Dal 9 al 15 maggio prossimi la Città di Potenza ricorderà, con una serie di iniziative religiose e civili, la figura del Beato Bonaventura nel III Centenario dalla morte.

L’evento, promosso dall’Amministrazione comunale di Potenza e dalla Curia Vescovile, coinvolgerà non solo la parrocchia di Malvaccaro, unica in Italia a essere intitolata al Beato Bonaventura, ma l’intera città che gli diede i natali e che ha sempre manifestato il proprio attaccamento e la propria devozione al suo Santo figlio.

“Tutta la vita del Beato è stata contraddistinta dall’amore gratuito e totale verso il prossimo, amore che può e deve essere l’esempio al quale tutti dobbiamo tendere.” Ad affermarlo è il Sindaco di Potenza, Vito Santarsiero il quale “auspica che la fede, la preghiera e l’entusiasmo dell’intera città siano di buon auspicio per una rapida e positiva chiusura del processo di canonizzazione.”

Fra’ Bonaventura da Potenza, al secolo Carlo Antonio Gerardo Lavanca, nato a Potenza e battezzato nella Cattedrale della città, dopo una vita tutta spesa nell’area della costiera amalfitana a servizio di Dio e dei fratelli, logorato dalle fatiche, chiudeva gli occhi a questa vita nel convento francescano di Ravello il 26 ottobre 1711. Sessantaquattro anni dopo, Pio VI ne proclamava la beatificazione in S. Pietro, il 26 novembre 1775. Partito giovane da Potenza per andare in convento, non vi aveva fatto mai più ritorno.

I fedeli ricordano l’episodio in cui si prospettò la probabile visita a Potenza, in occasione della malattia della sorella, ma nemmeno questa volta i potentini poterono avere la gioia di rivederlo. Riportiamo l’episodio con le stesse parole del suo confratello, il Rugilo “Infermava una sorella del P. Bonaventura, ed ardeva piucche mai di rivederlo, temendo di non esser prevenuta dalla morte. Il suo stato e le sue preghiere ottennero, che il Ministro spedisse comando al di lei lontano Fratello, acciò si portasse in Potenza per confortarla. Al comando del Superiore dimenticò il Servo di Dio tutte le sue ripugnanze, e s’incamminò verso la Patria con un Religioso compagno. Erasi giunto in Eboli, Terra della campagna di Salerno; quando il P. Bonaventura vide in ispirito la sorella già rendere in quel punto l’Anima a Dio: e rivoltosi al compagno disse E ciò detto ripigliarono il contrario camino, e si resero alla primiera stanza, essendosi così pienamente soddisfatto a’ doveri della ubbidienza, e della umiltà”. A nulla erano valsi i reiterati inviti dei confratelli del convento di S. Francesco e della popolazione di Potenza. La scelta del distacco è da attribuirsi ad una sua esplicita volontà manifestata ai superiori per evitare onori e plausi dei concittadini. Il dramma della lotta tra la volontà del distacco e la pronta sottomissione all’obbedienza lo registra Dio. La visione, che gli ha reso nota l’avvenuta morte della sorella, ha consentito al frate obbediente la soddisfazione di non essere venuto meno al comando del superiore e la dispensa dell’andata a Potenza non più necessaria.A nulla erano valsi i reiterati inviti dei confratelli del convento di S. Francesco e della popolazione di Potenza. La scelta del distacco è da attribuirsi ad una sua esplicita volontà manifestata ai superiori per evitare onori e plausi dei concittadini. Solo nel 1962 e nello scorso 2006 Potenza lo rivedrà, accogliendone solennemente le spoglie mortali.

Il vescovo monsignor Bertazzoni volle, e riuscì a ottenere, che dal 2 al 9 settembre 1962 la venerata reliquia, pellegrina in terra lucana, fosse esposta nella cattedrale di S. Gerardo, dove il Beato era stato battezzato il 4 gennaio 1651 e dopo 44 anni, le sacre spoglie del Beato sono tornate a Potenza in occasione del Bicentenario. Ancora vivo nella città il ricordo dei 15 giorni intensi di eventi civili e religiosi in onore del Beato.

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