Il Parco del Vulture non comprende Lagopesole, anche se la cartellonistica della Provincia di Potenza indica l’inizio del “Vulture” proprio a partire dalla strada provinciale Piano del Conte – Rionero, inglobando Lagopesole.
Una dimenticanza ? Una distrazione ? La maggioranza delle persone che abitano lungo il versante nord di Monte Carmine, fino a Cerza Montanara – Torretta, sentono forte l’appartenenza al Vulture. Non è stato un caso che alcuni oculati amministratori della ex Provincia di Potenza abbiano voluto indicare l’inizio della zona del vulture in contrada Miracolo e non è stato un caso che il brigante Crocco abbia voluto iniziare l’invasione del territorio vulture – melfese partendo proprio dal castello di Lagopesole. Non è stato un caso che Federico II abbia scelto il colle di Lagopesole per far erigere il castello a difesa della valle di Vitalba e del Vulture. Ma la storia evidentemente “ non ha alcun peso politico” ed allora si è istituito il Parco del Vulture, disegnandone i confini, seduti a tavolino, senza conoscere affatto il territorio. Si è voluto disegnare un Parco monco di una parte del territorio che rappresenta “la porta” di due aree forti della Basilicata: il Vulture e il potentino, dove non solo si è fatta la storia passata, ma che rappresenta, attualmente, il fulcro di interessi economici, storici, ambientali e monumentali tali da non poter essere ignorati dall’istituendo Parco. Non si può escludere un territorio come la frazione Frusci, dove si sono svolte, anche nel recente passato, manifestazioni di protesta a difesa del bosco di Montecaruso oggetto di “attenzioni” da parte di imprenditori boschivi che ne volevano fare scempi con tagli indiscriminati e imprendori petroliferi che volevano “bucare” pascoli incontaminati. Non si possono escludere ettari di bosco della foresta di Lagopesole che arriva fino al confine di Forenza, non si possono escludere sorgenti che danno luogo al fiume Bradano dal lato sud di Lagopesole e la fiumara di Atella a nord del paese. Ma, in questa nostra Basilicata si è consentito di “spostare” avvenimenti storici acclarati come il brigantaggio dal Vulture a Brindisi di Montagna, profanando i luoghi della storia, figuriamoci se non sposteranno i confini del Parco del Vulture. Ai posteri … Una dimenticanza ? Una distrazione ? La maggioranza delle persone che abitano lungo il versante nord di Monte Carmine, fino a Cerza Montanara – Torretta, sentono forte l’appartenenza al Vulture. Non è stato un caso che alcuni oculati amministratori della ex Provincia di Potenza abbiano voluto indicare l’inizio della zona del vulture in contrada Miracolo e non è stato un caso che il brigante Crocco abbia voluto iniziare l’invasione del territorio vulture – melfese partendo proprio dal castello di Lagopesole. Non è stato un caso che Federico II abbia scelto il colle di Lagopesole per far erigere il castello a difesa della valle di Vitalba e del Vulture. Ma la storia evidentemente ” non ha alcun peso politico” ed allora si è istituito il Parco del Vulture, disegnandone i confini, seduti a tavolino, senza conoscere affatto il territorio. Si è voluto disegnare un Parco monco di una parte del territorio che rappresenta “la porta” di due aree forti della Basilicata: il Vulture e il potentino, dove non solo si è fatta la storia passata, ma che rappresenta, attualmente, il fulcro di interessi economici, storici, ambientali e monumentali tali da non poter essere ignorati dall’istituendo Parco. Non si può escludere un territorio come la frazione Frusci, dove si sono svolte, anche nel recente passato, manifestazioni di protesta a difesa del bosco di Montecaruso oggetto di “attenzioni” da parte di imprenditori boschivi che ne volevano fare scempi con tagli indiscriminati e imprendori petroliferi che volevano “bucare” pascoli incontaminati. Non si possono escludere ettari di bosco della foresta di Lagopesole che arriva fino al confine di Forenza, non si possono escludere sorgenti che danno luogo al fiume Bradano dal lato sud di Lagopesole e la fiumara di Atella a nord del paese. Ma, in questa nostra Basilicata si è consentito di “spostare” avvenimenti storici acclarati come il brigantaggio dal Vulture a Brindisi di Montagna, profanando i luoghi della storia, figuriamoci se non sposteranno i confini del Parco del Vulture. Ai posteri …
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