Oggi “Giornata dell’Informazione” sul pubblico impiego. Iniziative di informazione e sensibilizzazione anche in Basilicata sul ruolo del lavoro pubblico

 “La pubblica amministrazione non si riforma con i tagli lineari e le politiche spot, ma mettendo al centro il tema della qualità dei servizi e del ruolo fondamentale il pubblico impiego riveste per il benessere della collettività”. Questo in sintesi il messaggio lanciato stamane nel corso di una riunione con i quadri dirigenti e le Rsu del pubblico impiego dal segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, dal segretario confederale, Enrico Gambardella, e dal segretario generale della Cisl Fp, Giovanni Sarli, in occasione della “Giornata dell’Informazione” promossa dalla Cisl Funzione Pubblica in tutti i luoghi di lavoro della regione. “Sostenere, come fa il ministro Brunetta, spalleggiato in questo da buona parte dell’arco politico e dai media, che i mali della pubblica amministrazione derivano dal numero dei suoi dipendenti – ha detto Falotico nel corso della riunione – è un modo sbagliato e controproducente di porre il problema in quanto fondato su inaccettabili luoghi comuni e su pregiudizi che non aiutano certo a focalizzare i problemi e a individuare le corrispondenti soluzioni”. Per Falotico “si tratta di una tendenza che sta prendendo piede nella falsa convinzione che la crisi dei conti pubblici si possa risolvere riducendo la spesa pubblica, in particolare quella del pubblico impiego. Tendenza che è figlia di una visione miope che non produce riforme strutturali ma slogan. La vera battaglia, allora, non è quella di ridurre gli organici per risparmiare ma di creare le condizioni affinché il pubblico impiego lavori meglio e in maniera più efficace ed economica”.

“Per farlo – ha aggiunto Gambardella – occorre intervenire là dove si confondono politica e amministrazione, col risultato che quest’ultima finisce per diventare suddita di scelte che nulla hanno a che vedere con la fornitura dei servizi ai cittadini e con l’efficienza dell’azione amministrativa, ma che sono piuttosto riconducibili alla ricerca del consenso. Si pone, in altri termini, la necessità di una più marcata separazione tra politica e amministrazione, tra decisore e attuatore, tra indirizzi e servizi. La valutazione, pur prevista da precise disposizioni normative, rappresenta ancora l’anello debole delle politiche pubbliche. Si veda, ad esempio, il caso di quelle pubbliche amministrazioni che oggi vivono una condizione di grave crisi finanziaria, ma che nel corso degli ultimi anni non hanno registrato alcun rilievo da parte dei nuclei di valutazione interna”.

“È nella confusione dei ruoli che si producono gli sprechi che mettono a repentaglio quantità e qualità dei servizi ai cittadini e alle imprese – ha aggiunto il segretario della Cisl Fp, Sarli, sottolineando che “la capacità di darsi degli obiettivi coerenti e raggiungibili e di misurare i risultati ottenuti, ovvero di autogovernarsi, è un passaggio obbligato se si vuole giocare e vincere la sfida del federalismo. La pubblica amministrazione sarà davvero un vettore di sviluppo economico e sociale, non riducendo il personale, ma solo se sarà messa nelle condizioni di essere al servizio dei suoi utenti. È una sfida complessa, che impone una visione e una capacità riformatrice che deve assolutamente appartenere alla classe dirigente che governa al centro e nelle periferie”. Per Sarli “è inoltre inaccettabile il blocco della contrattazione nazionale, con ripercussioni anche su quella aziendale”, ed “è necessario operare per la qualificazione dei servizi e delle professionalità degli operatori. Valorizzare professionalmente i dipendenti pubblici deve essere una priorità assoluta da assumere a livello nazionale e locale in tutte le amministrazioni. Alla pubblica amministrazione e al paese – ha concluso Sarli – servono le riforme non le filastrocche”.

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