E’ il San Carlo di Potenza l’unico ospedale italiano rappresentato nel comitato scientifico del secondo congresso mondiale di Psoriasi e Artrite psoriasica, che si è svolto alla fine di giugno a Stoccolma. E sui trenta componenti del comitato soltanto quattro non sono docenti universitari o direttori di istituti di ricerca: Ignazio Olivieri, appunto, un clinico indiano, uno spagnolo e un americano.
E’ un ulteriore riconoscimento della comunità scientifica internazionale per il direttore del dipartimento regionale di reumatologia, come grande esperto di artrite psoriasica e della connessa malattia della spondiliartrite anchilosante.
La psoriasi colpisce tra l’1 e il 3 per cento della popolazione mondiale (l’1-2 per cento di quella europea) e l’artrite o artropatia psoriasica tra il 5 e il 42 per cento dei pazienti affetti da psoriasi.
Fino a 40 anni fa, l’artrite psoriasica era considerata una variante dell’artrite reumatoide, ma successivi studi epidemiologici hanno confermato che si tratta di una malattia a sé stante, dimostrando un aumento della frequenza dell’artrite periferica e/o assiale nei pazienti affetti da psoriasi e un aumento della prevalenza di psoriasi nei pazienti colpiti da artrite.
Questa forma di artrite colpisce in prevalenza ginocchia, anche e piedi, ma può anche interessare la colonna vertebrale e le piccole articolazioni delle mani. Di solito riguarda solo poche articolazioni in contemporanea, coinvolgendo spesso tendini (peritendinite), cartilagine e altri organi (occhi, polmoni, valvola aortica). E’ comunque una malattia progressiva e nel tempo può coinvolgere un numero sempre maggiore di articolazioni. Di solito emerge in età adulta (tra i 20 e i 50 anni): i casi precoci sono rari, quelli tardivi più aggressivi e invalidanti.
La sessione coordinata da Ignazio Olivieri, insieme al professor Sergio Chimenti (Università di Tor Vergata), ha affrontato il tema “Valutare la severità, seguire la progressione” e ha visto intervenire esperti di fama internazionale come il dermatologo Mark Lebwohl (Centro medico Monte Sinai di New York) Philip Mease (Associato di Reumatologia a Seattle), la neozelandese Fiona McQueen (responsabile dei servizi reumatologici del Distretto della salute di Auckland), l’inglese Paul Emery (professore di Reumatologia e capodipartimento di Medicina muscoloscheletrica all’Università di Leeds).
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