«Sarebbe un grave errore politico-istituzionale riconfigurare l’attuale assetto degli ambiti territoriali del sistema regionale italiano, tanto più in una fase caratterizzata da sempre più fragili contesti politico-istituzionali, a livello europeo ed italiano».
E’ quanto ha sottolineato il Presidente della Deputazione Lucana di Storia Patria, prof. Antonio Lerra, per il quale «in una tale sempre più difficile fase europea e nazionale andare a “scardinare” finanche gli attuali ancoraggi storico-identitari regionali finirebbe, tra l’altro, con l’accentuare i sempre più diffusi e preoccupanti processi di “sradicamento” socio-territoriali in atto ai vari livelli».
«Sarebbe invece oggettivamente opportuno – ha evidenziato il prof. Lerra – portare ad ulteriori sviluppi politiche di programmazione e di intervento, soprattutto infrastrutturali, a livello interregionale, nel contempo rafforzando la valorizzazione degli ancoraggi di riferimento storico-identitari regionali».
«Nello specifico della Basilicata, che nell’ultima, disinvolta e sconvolgente, proposta di riconfigurazione del sistema regionale italiano risulta addirittura “eliminata”, si ritiene – ha continuato il presidente della Deputazione – quanto mai necessaria una ferma, unitaria, e culturalmente robusta presa di posizione politico-istituzionale, ai vari livelli di rappresentanza, tale da evidenziare l’assurdità della recente proposta di riconfigurazione territoriale approdata addirittura in Parlamento, tanto più in una fase che, in vista di “Matera 2019”, dovrebbe fare proprio della Basilicata il baricentro culturale europeo ed italiano».
«Un obiettivo questo – ha concluso il prof. Lerra – che dovrà vedere tutti impegnati, ai vari livelli di esercizio di ruoli, funzioni e competenze, tra l’altro per la valorizzazione della Carta storico-identitaria della Basilicata, i cui assi storici portanti ne confermano, dall’antichità all’età contemporanea, un ruolo di prima fila, lungo momenti cruciali della processualità storica, per la “costruzione” di processi politico-istituzionali, socio-economici e culturali, innovativi e modernizzanti, nel più generale ambito europeo, italiano e meridionale».
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