Domenica 8 Luglio 2012, per festeggiare l’Ottava della Festa in onore della Santa patrona di Matera, la Madonna SS. della Bruna, al termine delle funzioni religiose e prima dello spettacolo pirotecnico, la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoatropologici della Basilicata e il Comune di Matera inaugurano alle ore 21.30 nella Chiesa del Carmine di Palazzo Lanfranchi,

una grande mostra di cartapeste strappate dai Carri trionfali dedicati alla Madonna della Bruna, tra le quali spiccano anche alcune statue che decoravano il Carro di quest’anno.

La mostra, curata e realizzata dalla Soprintendenza e promossa insieme al Comune a partire da un’idea del consigliere Angelo Rubino e in ricordo di Pasquale Lamacchia, uno dei cavalieri della Bruna, è resa possibile dalla disponibilità di tanti cittadini materani che hanno deciso di esporre nel Museo di Palazzo Lanfranchi i loro preziosi trofei, statue e frammenti degli apparati decorativi delle grandi macchine ‘barocche’, per condividerli con la comunità in uno straordinario sentimento di partecipazione corale che è quello che da più di trecento anni caratterizza la festa del 2 luglio, la giornata più lunga dell’anno che si conclude con il momento più travolgente e catartico, lo strappo del Carro.

Così l’amico Franco Palumbo, cuore autentico della tradizione materana, a lungo Presidente del Comitato dei festeggiamenti, descriveva questo momento speciale:

«… Ecco il primo salto seguito da tanti altri, il Carro è preso: la festa vive il suo momento culminante. La “Madonna” di cartapesta inginocchiata è stata presa, l’Angelo ha perso il braccio, nel gesto dell’Annunciare. Le colombe hanno preso il volo guidate dal gesticolare di chi le ha strappate. A gruppi gli assalitori si difendono per non farsi prendere il pezzo staccato. Le fiancate non esistono più, sono state ridotte a piccoli pezzi».

Di generazione in generazione gli artigiani materani, gli Epifania, i Nicoletti, i Pentasuglia e oggi i giovani Daddiego, sulla falsariga degli artisti del 700 e dell’800 (dai D’Antona ai Bonamassa ai Coversi) si tramandano il sapere tradizionale della cartapesta con la quale realizzano il la grande macchina rituale della festa patronale della Madonna della Bruna che dal 1700 ogni anno viene smembrata al centro della città.

Una straordinaria manualità, un campionario di motivi e soggetti, un patrimonio inesauribile e allo stesso tempo riconoscibile di elementi e simboli che si riversano e rendono unico il Carro, passano di padre in figlio e caratterizzano uno dei principali simboli identitari ed unitari della nostra città.

La mostra, aperta fino al 31 luglio 2012, è visitabile durante gli orari di apertura del Museo di Palazzo Lanfranchi.

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