Da Potenza, da tempo immemorabile numerosi pellegrini rinnovano di anno in anno la loro devozione a Maria di Fonti, mediante il pellegrinaggio che ha luogo nella notte del primo sabato di maggio.

Nei momenti di difficoltà il popolo cristiano cerca e trova in Maria il vero volto della Chiesa, e chiede a Lei di dare di nuovo vita alla Parola di Dio, di offrire alla Parola di Dio la propria carne nel tempo presente. Il mese di maggio è il mese in cui questa preghiera diventa più intensa e struggente, ed è proprio in questo tempo che si svolgono i pellegrinaggi verso i luoghi mariani più cari alla pietà popolare, come il Santuario immerso nel fitto bosco di Fonti (Tricarico) a mt 824 sul livello del mare.

Anche quest’anno il tradizionale pellegrinaggio a piedi dei Potentini avrà luogo partendo dalla Chiesa di S. Rocco alle ore 2,00 della notte tra venerdì e sabato 7 maggio. Il cammino, di circa 30 km, prevede due lunghe soste di riposo, la prima verso le ore 9,00 del mattino, presso la Casa Cantoniera del Cupolicchio sulla via Appia, e la seconda alle ore 12,00 in località Tre Cancelli di Tricarico.

Nell’ultimo tratto, dalla località Tre Cancelli fino al Santuario, tutti i pellegrini reciteranno il Santo Rosario, per invocare in modo particolare pace e prosperità per la Città e per l’intera comunità cristiana, perché sia preparato quel futuro di grazia, di luce e di giustizia di cui l’intera Città ha bisogno.

L’arrivo e l’ingresso festoso nel Santuario è previsto per le 13,00, cui seguirà la celebrazione della S. Messa.

SCHEDA STORICA

Dove ora sorge il Santuario di Fonti vi sarebbe stato anticamente un roveto impenetrabile. Un mandriano, avendo smarrito una delle migliori vacche, la ritrovò piegata sulle gambe posteriori intenta a fissare l’immagine della Vergine dipinta su un muricciolo diruto e corroso. 

Anticamente i fedeli, nel mese di maggio, qualunque fosse il tempo, venivano al Santuario, molti a piedi scalzi, altri a schiena di mulo o su carri agricoli, e passavano la notte in veglia nel Santuario, alternando canti e preghiere, vivendo quello che chiamano “il trapazzo”, cioè la sofferenza voluta e creduta come componente essenziale della loro visita di pellegrini alla Madonna.

La tradizione di questi pellegrinaggi continua ancor oggi, secondo un ordine prestabilito, dai centri lucani di Accettura, Acerenza, Albano, Anzi, Brindisi di Montagna, Calciano, Calvello, Campomaggiore, Cancellara, Castelmezzano, Garaguso, Grassano, Irsina, Laurenzana, Oliveto Lucano, Oppido Lucano, Pietragalla, Pietrapertosa, Potenza, San Chirico Nuovo, San Mauro Forte, Tolve, Trivigno e Vaglio.

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