Le coste italiane sono una delle risorse paesaggistiche, ma anche economiche, sociali e culturali, più importanti del nostro Paese: un patrimonio naturale inestimabile. Eppure troppo spesso non mancano buste di plastica, scatolette, fazzoletti, mozziconi di sigarette, addirittura elettrodomestici o carcasse di metallo, a deturpare questa ricchezza, il suo equilibrio e la sua bellezza. Comportamenti superficiali e disattenti mettono in pericolo la biodiversità del mare, dentro e fuori l’acqua.Per questo l’appuntamento annuale di Spiagge e Fondali Puliti continua a rappresentare un’occasione indispensabile di volontariato e di sensibilizzazione per promuovere una maggiore attenzione al rispetto del mare e alla tutela del territorio e chiedere alle amministrazioni un impegno coerente e continuo nel tempo.Il 28, 29 e 30 maggio, quindi, tutti al mare! Con i guanti e i sacchi per effettuare una straordinaria raccolta dei rifiuti abbandonati lungo le coste e mostrare concretamente che possiamo ambire a spiagge e fondali più puliti: sono un patrimonio di tutti e tutelarli è un dovere e un bene per ognuno di noi.
La mobilitazione di Spiagge e Fondali Puliti è anche un’azione per dire sì al turismo responsabile e alla raccolta differenziata e per dire no, invece, alle spiagge blindate, all’edilizia abusiva e pericolosa, alla pesca selvaggia, allo sfregio dei fondali, del mare e di tutte le sue forme di vita.
È il modo per dire che il mare e le coste hanno ancora bisogno di attenzione, in particolare modo in Italia che con i suoi 7.375 chilometri di litorale, ha un patrimonio naturale inestimabile per metà fatto di spiagge. Di questi, il 42% è sottoposto a consistenti fenomeni di erosione, che a livello mondiale riguardano l’80% dei litorali, ma non è solo questo a metterle in pericolo. Industrie, costruzioni abusive, porti turistici, stabilimenti balneari hanno invaso le nostre coste rendendo le spiagge sempre più inaccessibili a chi non è disposto a pagare per godere di un bene comune come il mare.
In Basilicata, in particolare, è indiscutibile che negli ultimi anni l’arretramento della costa jonica ha subito un aggravamento, anche se è un processo che va avanti almeno da un paio di decenni, come è facilmente documentabile. Il suo arenile è un sistema dinamico in cui i fiumi depositano i sedimenti alla loro foce ed il mare tende a portarli via, ridistribuendoli in parte nella direzione delle correnti prevalenti.
Fino alla metà del secolo scorso questo sistema era abbastanza in equilibrio, poi con la costruzione delle dighe, che interessano 4 dei 5 fiumi metapontini, l’apporto di sedimenti alle foci è crollato drasticamente e quel poco materiale che riesce ad essere spinto dall’acqua dei fiumi è spesso sottratto dalle cave: meno sedimenti da depositare, dunque, mentre il mare continua la sua azione erosiva.
In vari punti della costa, nella realizzazione di strade e di lidi ci si è “dimenticati” delle dune, della loro funzione e delle specie vegetali che le stabilizzavano, spianandole ed aprendo la strada all’azione diretta del mare sulle pinete che, da almeno trent’anni, non sono state “coltivate” e che oggi versano in condizioni spesso pietose.
Più recentemente, la realizzazione di canali per l’ingresso ai due porti di “Marinagri” e “Baia degli Argonauti” ha aggravato l’erosione delle spiagge rispettivamente alle foci dell’Agri (loc. Terzo Madonna di Scanzano) e del Basento (Metaponto lido).
A queste cause “antropiche” che concorrono all’erosione del litorale, ora però se ne aggiunge una ben più pesante, con la quale, volenti o nolenti, dovremo fare i conti: il fenomeno globale dell’innalzamento del livello dei mari a causa dei mutamenti climatici.
Sulla costa jonica anche un piccolo innalzamento del livello del mare potrebbe cambiare drasticamente la fisionomia della costa nella quale diverse aree sono sotto il livello del mare. L’avanzamento dell’acqua salata lungo la costa e le aste fluviali, inoltre, provocherebbe anche squilibri nella falda di acqua dolce, che arretrerebbe con conseguenze sulla fertilità dei suoli per vari chilometri verso l’interno.
Per mitigare l’erosione della costa si possono fare diversi interventi, i primi dei quali dovrebbero consistere nel cessare le attività dannose (blocchi uncinati da liberare sul fondale per scoraggiare la pesca a strascico, riduzione delle cave di sabbia e breccia sui fiumi, ecc.) ma la cosa più importante sarebbe affrontare il problema nella sua globalità e considerando l’intera fascia “tampone” che si frappone tra la pianura e il mare: la spiaggia la duna, la pineta, i terreni retrostanti, le foci dei fiumi (tutti aree sic-zps).
Oggi servirebbe un grande sforzo per scelte coraggiose e lungimiranti di programmazione dell’uso del territorio, come interventi di rinaturalizzazione e riforestazione della degradata pineta e della fascia costiera retrostante evitando la più facile via fatta di progetti di ripascimento che restituiscono una parvenza di spiaggia da qui alla prossima estate, aspettando le prossime mareggiate.
È su queste basi che la Legambiente in Basilicata sarà impegnata in questo week end di Spiagge Pulite che prenderà il via venerdì 28 maggio 2009 alle ore 9.30, al lido di San Basilio di Pisticci dove, con il patrocinio dell’Amministrazione Municipale, saranno impegnati nelle attività di pulizia della spiaggia gli alunni e gli insegnanti della Scuola Media Q.O.Flacco di Marconia, insieme all’associazione di Protezione civile, lo Studio Oikos, l’ACT Circus, Allelammie e RockRoll Lollipop ed i dirigenti locali e regionali dell’associazione.
Si continua Sabato 29 con due appuntamenti, uno a Policoro ed uno a Montalbano Jonico.
A Policoro presso il lido la “Capannina”, alle ore 9.00 insieme a tutte le scuole di ogni ordine e grado di Policoro, a tutte le associazioni locali, il Corpo Forestale dello Stato, la Capitaneria di Porto, i cittadini, i volontari, per pulire la pineta e la spiaggia.
Per l’occasione sarà allestito un banchetto per la raccolta firme a sostegno del referendum a difesa dell’ACQUA PUBBLICA a cura della FLC CGIL della provincia di Matera.
A Montalbano Jonico, appuntamento alle ore 9.00 in località “Mulino” (lungo la SS Val d’Agri) all’imbocco della mulattiera “Appiett u mulin”.
Particolare quest’anno la scelta della spiaggia da pulire quest’anno: si tratta della “spiaggia fossile” su cui l’abitato di Montalbano si affaccia, nell’area della istituenda “Riserva naturale dei Calanchi”. Il mare, infatti, fino a 1,2 milioni di anni fa lambiva le attuali colline joniche (terrazzi marini) come testimoniano i fossili marini che abbondano nell’area.
La manifestazione, organizzata a cura del Circolo Legambiente Montalbano, in collaborazione con l’associazione “Terra dei Calanchi”, la sezione locale di protezione civile, le Scuole e l’Amministrazione comunale di Montalbano vedrà tutti impegnati nella bonifica di una discarica abusiva di copertoni di auto e nella pulizia di una delle spettacolari mulattiere che collega il paese di Montalbano alla valle dell’Agri, attraversando proprio le spiagge ed i fondali marini fossili, in un ideale viaggio nel tempo da oggi a 2 milioni di anni fa.
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