Quasi fosse un gioco, tutti seduti, in silenzio, a guardare le immagini proiettate per cercare di indovinare quanti più luoghi possibile e smentire con un certo orgoglio che, in fondo, la Basilicata non è poi così ignota agli stessi lucani. E ancora, di fronte al dubbio su un paesaggio, un dipinto, o un portale, tanti spettatori hanno ripetuto a loro stessi la promessa di visitare quanto prima il posto che non hanno riconosciuto.Curioso, entusiasta, e affascinato, martedì 17 agosto, il pubblico che ha occupato tutti i posti disponibili in piazza Vittorio Veneto, a Matera, per l’ultima proiezione del docu-film “Basilicata, Terra dei Lucani”, realizzato dalla regista canadese Katalin Eszterhai, in collaborazione con la Regione Basilicata e l’Agenzia di Promozione Territoriale.
Ospite di “Cinemadamare” – la rassegna internazionale itinerante del cinema digitale – l’opera, che racconta oltre venticinque comuni lucani attraverso aneddoti e ricordi dei suoi abitanti – molti dei quali emigrati in Italia e nel mondo – è un documento prezioso che alza il velo di mistero sotto cui si nascondono, spesso, le bellezze della Basilicata.Anche in piedi, complice la piacevole serata, hanno riempito piazza Vittorio Veneto lucani e non, per ritrovarsi tra l’incanto e la meraviglia ad ammirare le “Tavole Palatine” di Metaponto, o l’“Incompiuta” di Venosa, ma anche a scoprire angoli e gioielli della regione: dalla “Fontana Cavallina” che, sovrastata dalla scultura della dea Cerere, si può ammirare a Genzano di Lucania, alla “Tabula Bantina”, una lastra bronzea, il più importante reperto in lingua osca rinvenuto, ritrovata nel territorio dell’antica Bantia Civitas, oggi Banzi, e custodita presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
“Sono grata alla vostra bella terra e soprattutto alla gente lucana che vive in Canada senza la quale non l’avrei conosciuta” – ha detto Katalin Eszterhai. “Ho lasciato che il loro amore per la Basilicata mi prendesse per mano e mi conducesse fin qui, nella culla della cultura, dove grandi pensatori hanno riscoperto e mantenuto la vostra gloria”.
Hanno ringraziato la regista per l’omaggio offerto alla Basilicata Salvatore Adduce e Franco Stella, rispettivamente sindaco e presidente della Provincia di Matera, Franco Rina, direttore di Cinemadamare, e Andrea Festa, in rappresentanza dell’Apt.
Ospite della serata anche Alberto Versace, del Ministero per lo Sviluppo Economico. “Da ragazzo – ha dichiarato – ho girato molto questa regione, e posso dire che, simbolicamente, può essere considerata il punto da cui partire per raccontare il sud”. Ammirevole – ha definito – “l’idea di un documentario così dettagliato nel descrivere nel suo insieme la Basilicata, esprimendo quelle diversità che chi vive la regione a volte soffre”. Ma questo – ha aggiunto Versace – “è il suo vero punto di forza”.
Tornerà in Basilicata, ma per viverci qualche mese, Nancy Beltrame, traduttrice del documentario dall’inglese all’italiano: “L’ho conosciuta bene attraverso il lavoro di Katalin – ha confessato – apprezzandone l’integrità, il suo essere incontaminata, oltre la sua suggestionante storia”.
Donato Simone, uno degli “attori” del film, più che a visitare i luoghi della cultura e assaporare il gusto della gastronomia, ha invitato chiunque sia incuriosito dal film a “vivere qualche giorno questa terra, per riscontrare che, tutto sommato, dopo Carlo Levi, ci siamo rinnovati e Cristo ‘non si è fermato ad Eboli’”.
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