Nel 2022 si sono verificati in Basilicata 914 incidenti stradali, che hanno causato la morte di 46 persone e il ferimento di altre 1.355. Ce lo dice l’Istat, e se ce lo dice, forse lo si deve anche allo spirito di non-rassegnazione della professoressa Rosalba Romano, presidente dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, sede di Potenza.

d – A livello nazionale l’Aifvs nasce nel 1998 come comitato, e nel 2000 diventa onlus (oggi aps). La sede di Potenza nasce poco dopo, nel 2001, a seguito di un evento infausto, la morte di suo marito.

r – Sì, anche perché –parliamoci chiaro- finché non succede qualcosa, noi siamo disinformati. Io non immaginavo che esistesse un’associazione del genere, anche perché nata da poco, all’epoca. Volevo capire il perché di quell’incidente mortale e pertanto iniziai a usare il computer, alla ricerca delle cause dei sinistri stradali, a cominciare proprio da quella strada, la 407 Basentana, che di incidenti ne aveva prodotti tanti e in quello stesso punto (nei pressi dello scalo di Vaglio): niente guard-rail e tre incidenti nelle precedenti ventiquattro ore. Era il 30 marzo 2001.

d – E così lei si rivolse all’associazione.

r – Li chiamai una prima volta che era mezzanotte (in quel periodo stavo sempre incollata al computer, per capire e studiare, e oggi potrebbero darmi tante lauree, da ingegneria a giurisprudenza). Come dicevo, non sapevo dell’esistenza dell’associazione, né che avesse tante sedi (oggi siamo a circa 100 in tutta Italia). Non mi ero resa conto dell’ora, e pertanto non mi rispose nessuno, ma poi mi richiamarono. In breve tempo mi ritrovai ad aprire una sede qui a Potenza.

d – Quanti sono i soci nel Potentino?

r – Più di un migliaio (anche se non conosco nel dettaglio chi rinnova e chi no, poiché ricevono il bollettino direttamente a casa). A Rotondella c’è un’altra sede, che fa capo alla provincia di Matera. Posso dire che dopo vent’anni circa, tutti ormai mi conoscono e sanno ciò che faccio; vado spesso nelle scuole a fare educazione stradale. I cittadini mi segnalano incidenti e insidie e –tramite foto e quant’altro- io subito scrivo a chi di dovere.

d – Un migliaio circa di iscritti si traduce in un numero considerevole di incidenti avvenuti negli anni.

r – Sono tanti, tanti. Però tacciono. Mi spiego: nel 2007/2008 mi recai all’Istat locale per conoscere questi dati e mi fu risposto che non esisteva alcun registro. A quel punto chiesi in che modo allora mandavano i dati a Roma, anche perché erano inferiori a quelli che risultavano a me.

d – Quali erano i motivi di questa discrasia?

r – Essenzialmente due. Uno: se una persona non muore entro trenta giorni dall’incidente, non è più ritenuta deceduta a seguito di sinistro. Due: dovrebbero essere TUTTI a comunicare, polizia stradale, carabinieri, ospedali, anzi, questi ultimi dovrebbero avere un registro apposito. Per anni è mancata questa comunicazione puntuale e io ho dovuto lottare. Scrissi decine di articoli, e finalmente mi telefonò l’ufficio Istat di Potenza e mi informò che avevano a disposizione i dati. Perfino un viceprefetto mi chiese come mai io avessi certi dati, differenti da altri, e io risposi semplicemente che c’erano gli articoli di giornale a raccontare, con foto, gli incidenti stradali.

d – Quali sono le strade più pericolose della Basilicata?

r – Facciamo prima a dire quali NON lo sono! Tra la Potenza-Melfi, la Basentana, la Salerno-Reggio Calabria, non saprei proprio quale scegliere.

d – E quali le cause? La conformazione, i lavori interminabili…

r – …beh, sulla Salerno-Reggio, ormai siamo giunti a ottant’anni di lavori! Ma il problema –soprattutto in Basilicata- è che noi non siamo come gli antichi Romani, che foravano le montagne pur di fare le strade dritte, ma ancora facciamo certi “aggiusti”, che sono soltanto delle pezze. Ma la pericolosità resta.

d – E la situazione delle strade di Potenza qual è? Le polemiche sulla loro tenuta sono frequenti.

r – Eh, adesso la situazione è ancora più brutta, perché manutenzione non ce n’è, né di strade né di marciapiedi. Senza contare i permessi che il Comune dà per le bancarelle, che occupano i marciapiedi, creando difficoltà ai pedoni. Accade a san Gerardo, in pazza XVIII Agosto, e io ho le foto. Dico, stiamo scherzando? E lo sbaglio non lo fa certo San Gerardo. Se tu ti fai fotografare mentre bevi vino a garganella dalla damigiana..beh, questo non è un bel segnale per i giovani. Ma mi riferisco anche alle ragazze. Sono tutti minorenni e nessuno controlla. In questo senso, anche il pranzo dei Portatori del Santo, a mio modo di vedere, è una schifezza.

d – Fra le cause degli incididenti di solito si annovera anche la guida in stato di ebbrezza.

r – C’è l’abuso di alcol, droghe e farmaci. Tutti al primo posto fra le cause. E poi ci sono le strade, che sono quello che sono, ma che, rispetto alle distrazioni, rappresentano una con-causa. Ma c’è di mezzo anche la segnaletica.

d – In che senso?

r – Si mette un segnale nuovo? Bene, non si toglie quello vecchio. E la gente rimane confusa.

d – Ma voi, come associazione, per quanto riguarda l’Autovelox “delle polemiche” in Varco d’Izzo (alle porte di Potenza), non siete contrari.

r – Assolutamente no, non siamo contrari. E cioè: SE si ha il permesso della Prefettura, SE la strada è dotata di tutte le sicurezze (per cui la confluenza è visibile agli automobilisti), noi siamo a favore dell’Autovelox. Così come siamo a favore delle multe. Tuttavia, se l’amministrazione comunale sta affrontando tante cause, con tanta gente che non vuole pagare e che alla fine ottiene pure ragione, beh, bisogna avere l’umiltà di ammettere di aver sbagliato; l’umiltà di dire “va bene, facciamo prima la confluenza”. Per la verità, in questo momento non so a che punto sono i lavori da quelle parti, e se hanno sistemato. Ma quel che deve essere chiaro è che la nostra Associazione non ha MAI messo a disposizione i propri legali per i cittadini che non volevano pagare le multe.

d – A proposito di rapporti con la pubblica amministrazione, in un articolo di qualche tempo fa, avete affermato che, in questi venti anni, dalle istituzioni locali avete ricevuto, come sostegno, solo QUATTROMILA EURO. Ma com’è possibile?

r – Eh! E’ il motivo per cui posso elencare con precisione chi me li ha dati (e sono QUASI quattromila euro): l’ex sindaco di Satriano, Miglionico, ci donò 2mila euro (e ha pure intitolato una stradina alle Vittime della strada); l’ex sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, mi aiutò economicamente (previa fattura) ad allestire due eventi sulla sicurezza stradale, dandomi 500 euro una volta e 600 l’altra; l’ex sindaco di Anzi, Petruzzi, pagò un evento musicale inserito all’interno di una giornata dedicata alla sicurezza stradale, mettendo a disposizione un gazebo: 600 euro. E questo è tutto.

d – Lei ha combattuto pure per avere una sede, che per dieci anni è stata in casa sua. Da qualche anno l’Associazione si trova in un piccolo locale in Piazza XVIII Agosto, ma il “bello” è che alla fine lei ha dovuto comprarlo.

r – Sì, perché era andato all’asta e o chiudevo l’Associazione o me lo compravo.

d – A un certo punto il Comune vi aveva sfrattato?

r – Sì, il locale era comunale e mi avevano avvisato di doverlo lasciare, perché doveva andare all’asta. Mi sono dunque trovata di fronte a una scelta. Quel locale ce l’aveva dato (in fitto) il sindaco Vito Santarsiero. Poi, sotto De Luca, avevo già ricevuto un primo avviso di vendita da parte dell’assessore al patrimonio, ma lo stesso sindaco mi invitò a stare tranquilla e a non muovermi, in assenza di una proposta di acquisto. Poi c’è stato il Covid e subito dopo mi è arrivato di nuovo lo sfratto. A quel punto ho cercato di trovare un accordo prima che arrivasse all’asta. Ma alla fine l’ho dovuto comprare (avvalendomi del diritto di prelazione).

d – Con soldi dell’associazione?

r – No, di tasca mia. Ho dovuto richiedere un prestito, che pagherò per vent’anni.

d – In uno dei volantini che mi ha dato si legge una frase forte: «Uccisi sulla strada, calpestati nei tribunali».

r – Chi muore non ha voce nei tribunali. Per cui, se i testimoni ci sono (e sono onesti), un minimo di giustizia si ottiene; diversamente, i processi e le cause di risarcimento sono molto complessi, perché spesso mancano gli elementi. In ogni caso, si tratta di iter lunghissimi ed estenuanti, che danneggiano ancora di più i familiari. Alle fine, se ci si riesce, l’unica giustizia ottenuta è quella di aver ridato dignità a chi è morto sulla strada.

d – Questa domenica a Bella si tiene la Giornata del Ricordo delle Vittime della Strada.

r – E’ una giornata mondiale, promossa dall’Onu. In tutto il mondo si tengono messe, si ergono monumenti, si intitolano strade. Si tratta di commemorare per cambiare. Se c’è un monumento, tutti guardano e capiscono quanti morti ci sono. A Bella sarà una giornata emozionante e ringrazio il sindaco e tutta l’amministrazione comunale per questo.

d – E poi è importante la prevenzione.

r – La prevenzione si fa a scuola, io faccio corsi anche di trentasei ore, avvalendomi di esperti e con le forze dell’ordine. Non si tratta di fare lezioni frontali, intimando ai ragazzi di non fare questo o quello, ma avvalersi di video, di foto, di “opuscoli della memoria”.

d – Cosa chiede, infine, ai politici locali?

r – Quando vado a parlare con ciascuno di loro, e mi riferisco soprattutto alla realtà di Potenza, hanno un atteggiamento di condivisione, in linea teorica, ma poi –nei fatti- non hanno la forza e il coraggio di sostenere, anche economicamente, l’associazione. Non è giusto che debba sostenerla in toto la sottoscritta

d – E le quote associative?

r – Le quote degli iscritti vanno alle tesoreria nazionale. In occasione delle festività qui a Potenza facciamo piccole raccolte fondi, e devo ringraziare chi mi sostiene, ma è poca cosa. Io, dove arrivo mi fermo, perché il mio stipendio di insegnante quello è. I miracoli non li posso fare.

di Walter De Stradis

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