A meno di sorprese dell’ultima ora, Gerardo Mariani, conosciuto a Muro Lucano (Pz) come “Lo Sceriffo”, si ricandiderà come sindaco nel suo paese. La notizia merita un approfondimento per (almeno) tre motivi: si tratta del ritorno di un personaggio “storico” della politica locale; di un amministratore che esce (assolto) da un lungo periodo di travagli giudiziari riferiti alla sua attività politica; di un uomo che vuol rimettersi in gioco a 84 anni suonati. L’incontro avviene all’Hotel-ristorante “Miramonti” di Muro Lucano.
d: Ho qui davanti a me due libri su di lei, entrambi editi da Arduino Sacco Editore, usciti a distanza di dieci anni l’uno dall’altro. Il primo, del 2008, ha un titolo programmatico «Come vorrei che fosse…»; il secondo, del 2018, reca invece una titolazione drammatica: «Indagine su un primo cittadino al di sopra di ogni sospetto». Cos’è successo in quel lasso di tempo? Ricordo inoltre che l’ultima volta che la intervistai, una decina di anni fa, lei mi disse di non aver mai subito procedimenti penali.
r: E’ successo quello che succede quasi sempre in tutti i paesi, quando questi sono avvelenati, quando la comunità non c’è più, quando le persone sono l’una contro l’altra. A tutto questo, poi, si aggiunge la politica esterna: se non riesce ad abbattere politicamente un avversario, l’unica arma che le resta è la magistratura.
d: Mi diceva a microfoni spenti che lei ha subito ben sedici procedimenti penali.
r: Sedici. Tutti terminati con la mia assoluzione, “perché il fatto non sussiste”. C’è di più: ho avuto sedici costituzioni di parte civile, mosse da questa amministrazione uscente.
d: Ci saranno, non so, delle spese legali da pagare?
r: Ma mica le pagano loro. Le pagano i cittadini. Come sempre.
d: Il motivo per cui oggi siamo qui, tuttavia, è che lei ha deciso di ricandidarsi come sindaco di Muro Lucano.
r: (silenzio) Questa è una situazione un po’ “anomala”: una persona della mia età, anche se lucida e bene in salute (questo lo posso dimostrare), che si ricandida. Ci dev’essere un qualche motivo.
d: Appunto. E’ solo rivalsa? Ora che è stato assolto…
r: Assolutamente no. Non è una rivalsa. Non è per il gusto di fare il sindaco. Niente di tutto questo. C’è un solo problema: questo paese è abbandonato a se stesso. In cinque anni abbiamo perduto mille unità. Ora lei mi dirà: “Ma che colpa ne ha l’Amministrazione?”. Nessuna, se gestisce e se nei giovani crea la speranza di poter lavorare o crearsi qualche attività. Tutto ciò non è stato fatto. Ed era possibile. Con i fondi post-Covid, il Pnrr, il paese doveva avere un rilancio, non un arretramento demografico, culturale e politico. Ora: io ci ho impiegato sessant’anni… sono sessant’anni che sto in politica, amo il mio paese, amo l’area del Marmo Platano, ma è diventata la Cenerentola della Basilicata.
d: Ma lo stesso le potrei chiedere: possibile che debba e voglia ricandidarsi per forza lei? Non c’è un’altra persona, vicina a lei politicamente, di sua fiducia, che possa farlo?
r: La domanda è pertinente. Ma mi dica se lei stesso riesce a trovare uno che fa il lavoro che fa lei, come lo intende lei.
d: Quindi solo Gerardo Mariani può fare il Gerardo Mariani?
r: No. Solo Gerardo Mariani, in un momento così delicato, può tirare fuori il paese dalle secche. E può avviarlo alla crescita, al “risorgimento”. Io vorrei fare “il ministro degli esteri”, ovvero il sindaco-padre nobile che si occupa di portare a casa tutto ciò che è necessario alla crescita del paese.
d: In quel suo periodo “difficile”, i cittadini l’hanno “scaricata”, l’hanno additata, o ha comunque sentito attorno a sé una vicinanza?
r: Se io sarò candidato, non è per un mio capriccio, ma perché una fetta di questo popolo me lo chiede.
d: Non c’è stato dunque mai un momento in cui lei si è sentito scoraggiato e pessimista sul suo destino? O ha sempre avuto fiducia nei verdetti finali?
r: Ma scusate, se uno non ha commesso alcun reato, avrà pure fiducia nella Magistratura! Non è che un giudice si alza e condanna così, per sfizio. E’ costretto a rispettare la legge. Tuttavia, se un gruppo di cittadini sottoscrive delle ipotesi di reato, il giudice deve perseguire, fino a emettere un giudizio.
d: Lei non ha sporto, a sua volta, denunce per calunnia, non so… magari preferisce non parlarne….
r: No, no, io VOGLIO parlarne. Io voglio “bonificare” questo paese, eliminare questo veleno che c’è in giro, le liti…
d: Lei dice “bonificare”, ma intende “pacificare” o fare “piazza pulita” (politicamente parlando) di chi l’ha avversata?
r: (Sorride) No, no, assolutamente. Voglio “pacificare” il paese. Sono disponibile con i peggiori nemici, ai quali io chiedo: “C’è stato un periodo che non mi salutavi. Perché? Che ti avevo fatto?”. Ma non sanno rispondere. Una comunità che non è pacifica, che non è unita, è destinata a finire. Una comunità che non riconosce i meriti a chi ce li ha, è destinata a morire.
d: Lei è stato sindaco di Muro tre volte (1979, 2009 e 2014); consigliere regionale (dal 2000 al 2005), Presidente dell’Apt (dal 1980 al 1985), e presidente del Tour Med Roma dal 1985 al 1990: ritiene di aver interrotto un qualche discorso da riprendere? C’è un progetto che oggi vorrebbe portare a termine?
r: In questi cinque anni in cui non ero nemmeno consigliere comunale, attraverso le mie amicizie, ho continuato a lavorare per questo paese, raggiungendo obiettivi importanti.
d: E chi sarebbero questi suoi “amici”?
r: Coloro che avevano iniziato delle attività e non sono riusciti. Per esempio, per quanto riguarda l’ospedale, in qualità di ex consigliere regionale e di ex sindaco, ho chiesto all’assessore regionale –per iscritto- di inserire l’ospedale nel Pnrr. Ed è stato inserito. Dando seguito a un accordo siglato a suo tempo col Ministero, ho chiesto di inserire la Diga nel Pnrr. Ed è stata inserita (ho gli atti). Ho chiesto di completare lo svincolo di Muro Lucano per la strada a scorrimento veloce, ci sono undici milioni fermi che mi erano stati assegnati dal 2017. E poi ci sono altre piccole cose che non sto qui a elencarle.
d: Lei si ritiene un uomo potente?
r: No. Un uomo che ha tanta volontà di fare qualcosa di buono per il suo paese.
d: Ma il soprannome di “Sceriffo” le piace o le dà fastidio?
r: Assolutamente non mi dà fastidio. Lo sceriffo era una figura che faceva rispettare la legge, e io L’HO FATTA RISPETTARE … però il risultato è stato l’incontrario! (ride)
d: Se lei diventasse sindaco, quale sarebbe la prima pratica sulla sua scrivania?
r: Chiamare tutti i miei ex colleghi, tutti i miei avversari, e invitarli a fare insieme un’opera meritoria per il paese.
d: Compreso il sindaco attuale?
r: Compreso lui, compreso chiunque –dal prete al maresciallo dei carabinieri, dagli ex sindaci agli ex assessori- possa dare un contributo.
d: Da cosa deve ripartire Muro Lucano?
r: Dalla ricostruzione del tessuto sociale.
d: E’ spaccato, diceva.
r: E’ frantumato. A Muro Lucano non esiste più una famiglia unita.
d: Per ragioni solo politiche? O magari anche per lo spopolamento…
r: Le frane iniziano con una piccola infiltrazione d’acqua.
d: Al di là di questo?
r: Bisogna puntare sulla vocazione del territorio: agricoltura, turismo, soprattutto religioso (San Gerardo Maiella è protettore della donna e del bambino NEL MONDO). Abbiamo inoltre ventisei comuni gemellati: se si creano i presupposti, noi potremmo avere almeno un pullman di visitatori “religiosi” al giorno! Come dicevo, bisogna ricreare la speranza nei giovani, altrimenti Muro diventerà un paese di anziani, efficienti, i cui badanti dovranno essere altri anziani! Le possibilità di lavoro sono tante, ma se in questo paese c’è magari solo una persona –sul piedistallo- che può aiutarti a trovare lavoro, se tu non sei suo amico, decidi di andartene.
d: In Basilicata funziona dunque ancora così?
r: In Basilicata no lo so, ma a Muro Lucano funziona malissimo.
d: E lei, che è stato sindaco per tanti anni, non ritiene di avere responsabilità?
r: Assolutamente no. Aver tentato di tagliare determinate cose, di eliminare i cancri del paese (innanzitutto negli uffici), mi ha portato a essere oggetto di tutti quei “maltrattamenti” politici, e quindi giudiziari.
d: Ma la domanda che aleggia su tutto questo è: cosa risponde a quel cittadino (perché sicuramente ci sarà) che le contesta che a quasi 85 anni è troppo vecchio per candidarsi a sindaco?
r: Rispondo che dovrebbe prendersela col Padreterno, perché io ho la mente molto più lucida di certi quarantenni. Io mi sento ancora di poter dare un contributo, e questo contributo di “pacificazione” lo può dare uno che finisce il suo mandato, e la sua vita. Io infatti non sono un ostacolo per nessuno: è vero che mia nonna ha vissuto fino a 102 anni e mio nonno fino a 99, ma io vorrò pure godermi un po’ la vita, prima o poi! Tuttavia, in questo momento, io dico che sono ancora il soggetto adatto per questo progetto di “pacificazione” del paese, per riportarlo alle origini, quando era il “centro” del Marmo-Melandro e veniva chiamato “Nap’licchie”.
d: Ma possibile che questa amministrazione non abbia fatto nemmeno una cosa buona?
r: Loro sicuramente diranno che di buono hanno fatto tutto, ma qui non si vede nulla.
d: Mi dica allora un errore che ha fatto il Mariani sindaco e politico.
r: Quello di essere stato troppo buono con tutti.
d: Eppure la chiamano “Lo Sceriffo”.
r: Ma lo sceriffo è fatto per far rispettare la legge, non per mettersi a sparare.
d: Se potesse prendere Bardi sottobraccio, cosa gli direbbe?
r: Quello che potrebbe chiedergli qualsiasi sindaco.
d: Soldi?
r: No. Tutti vogliono i soldi, ma non è come andare in banca. Bisogna avere delle idee innanzitutto, e poi presentare progetti credibili, nell’interesse della gente. Invece tutti tendono a pensare che andare al Comune significhi fare i propri interessi. Ma non è così. A Bardi chiederei dunque attenzione su ciò che noi saremo in condizione di proporre.
C’è un proverbio murese nel quale si riconosce?
r: Non posso dirlo (Ride). Uno, generico, è: «Chi fa bene, vol’ess accis».
Però lei è ancora vivo e sta ancora bene.
r: E infatti c’è un altro proverbio: «Al cavallo bestiemmato gli luce il pelo».
Ma il suo sceriffo preferito chi è? John Wayne, Clint Eastwood?
r: Mi piace il titolo di quel film: “Rimase uno solo e fu la morte per tutti” (ride).
di Walter De Stradis