Circa quattro anni fa decisi di entrare a far parte dell'Ordine Sovrano e Militare del Tempio di Gerusalemme-Gran Precettoria della Lingua Italiana, unica organizzazione templare oggi riconosciuta dall'OR.MO.TE.(Organizzazione Mondiale dei Templari-Svizzera). Essendo accademico Costantiniano specializzato in Storia della Cavalleria Medievale e Storia Bizantina, il Gran Magistero dell'Ordine decise di affidarmi l'incarico di curare le ricerche storiche relative alla presenza dell'Ordine dei Templari in Basilicata.
La mia prima esperienza maturo' in territori come Castelmezzano, Banzi, Forenza ed infine Acerenza, dove ebbi occasione di incrementare le mie conoscenze attraverso lavori e studi gia avviati dai fratelli Giandomenico e Raffaello Glinni. Prima di passare a discutere delle scoperte di Vaglio ritengo sia necessario per il lettore anteporre una premessa che sara determinate per gli studi condotti in Lucania. Attraverso un lunghissimo e faticossissimo intervento di ricerca curato dall'Ing. Giandomenico Glinni si scopri' che la meravigliosa Cattedrale di Acerenza venne costrita da Arnaldo da Cluny Acivescovo di Acerenza fin dal 1063, il quale faceva parte di un gruppo di monaci arrivati nel 1061 dalla Normadia assieme ad un noto costruttore di cattedrali: Roberto di Grantmesnil. Animi irrequieti come i loro fratelli cavalieri, erano tutti Normanni. I luoghi relativi alla loro provenienza erano i monasteri di Cluny e di Saint Evroult sur L'Oche. Li chiamavano "Normanni vestiti da Monaci" a voler indicare il loro carattere irruento e guerresco. Educati fin da bambini ad essere cavalieri e a combattere, venivano poi avviati dalle famiglie nei monasteri Benedettini per una carriera di Abate. All'epoca della quale parliamo, siamo attorno al 1060, essere Abate o Vescovo equivaleva ad essere principe. Quindi la loro fede si confondeva spesso con una ambizione al potere da raggiungere con le armi o con la religione. La costruzione della Cattedrale di Acerenza richiese un considerevole impegno economico ai Normanni proprio nel periodo in cui Roberto il Guiscardo, il normanno Duca di Puglia e Calabria, si stava lanciando con suo figlio Boemondo nell'avventura piu' ambiziosa della sua vita: la conquista dell'Impero di Bisanzio. La Cattedrale di Acerenza dunque doveva rappresentare qualcosa di veramente importante. Una curiosa scoperta convinse Glinni che una relazione molto antica legasse Acerenza al mondo celtico: il Patrono San Canio. Il nome Canione deriva dal Gaelico Cannion che significa "Sorvegliante Magnifico". Secondo la leggenda Canione arrivo' su una imbarcazione con altri undici confratelli attorno al 450dc tipco modo nel quale andavano in missione i monaci Irlandesi a quel tempo. Ancora oggi si venera il bastone di San Canio, un bastone magico che sembra possedere vita propria, magico esattamente come era quello che usavano i druidi per i loro riti. Il nome Cannion era un nome rituale che veniva dato al sorvegliante di qualcosa di importante. Ma ancora piu' sorprendente e che il suo corpo fu ritrovato da Arnaldo, mentre costruiva la Cattedrale. Per avvalorare la sua ipotesi su Arnaldo,Glinni dovette pero'verificare una cosa fondamentale: se fu lo stesso Abate cluniacense a costruire la Cattedrale si sarebbe avvalso dell'uso della Geometria Sacra.Era stata mai rintracciata tale geometria ad Acerenza? Dagli studi consultati non emerse niente e questo poteva significare due cose: o che non esisteva nessuna geometria sacra nella Cattedrale di Acerenza o che nessuno aveva pensato mai di cercarla. Le ricerche condotte separatamente da Glinni e dall'architetto Yang Hui convergevano. Nella Cattedrale di Acerenza non solo venne usata la geometria aurea, ma tutta la cattedrale, ogni sua singola dimensione, segue la proporzione aurea in un modo cosi preciso da non lasciare nessun dubbio. Ma non e finita: la proporzione aurea fu applicata seguendo una geniale regola di disegno , con una consequenzialita geometrica che a cascata conduce al dimensionamento delle navate, del transetto, dell'abside, a localizzare le cappelle radiali e perfino le torrette laterali adiacenti l'abside. Quadrati che generano cerchi, triangoli equilateri hanno presero forma sotto gli occhi occhi di Glinni fino ad arrivare a pentagoni ed eptagoni. Tutto, dagli ingressi nella Cattedrale ai punti di luce delle finestre, seguiva una precisa proporzione riferita al numero aureo. I fasci di luce che convergevano in un punto del presbiterio il 25 di Marzo ,descritti con precisione dal parroco, erano una parte di questo disegno geniale, che suppone approfondite conoscenze di ottica e di astronomia, oltre che di geometria sacra. Arnaldo dunque, Costruttore di Cattedrali, era un geniale esperto di geometria sacra ed un erudito nelle discipline definite come " La Tradizione", una Conoscenza Segreta proveniente dal passato e salvata dai monaci Irlandesi Benedettini. Detto cio' vorrei a questo punto cominciare a relazionare circa gli importanti ritrovamenti di Vaglio. La stessa toponomastica mi spinse a Vaglio circa un anno fa dove ebbi occasione di conoscere colui che con me ha curato tutte le indagini storiche relative ai vari reperti che con il tempo sono venuti alla luce:il parroco di Vaglio Don Teodosio Avigliano.Da un attento esame il sacerdote scopri che Lo stesso nome "Vaglio" deriva dal basso latino vallum o vallium (luogo cinto o vallo ossia fortificato da palafitte), successivamente chiamato Baglio da Giustiniani. In epoca cinquecentesca si chiamerà LOVAGLIO, mentre nel tardo XVII sec. prendera' il nome di BALI. Sara' solo nel 1794 che si chiamera' VAGLIO. Sosteniamo in base agli studi affrontati dal sottoscritto e da Don Teodosio Avigliano che il nome Vaglio possa derivare non da Vallum ma da Balium (cioe' sede del Balivo) o addirittura da "baiulus" (reggente protettore ambasciatore residente). Comunque sicuramente d'origine Celtica. Quindi Vaglio poteva essere il luogo dove risiedeva il "Balivo" considerato un dignitario dell'Ordine del Tempio che dati i segni ancora esistenti di torri e fortificazioni mi lascio' pensare, esercitasse una importante attivita' logistica e militare. Considerando questa prima ipotesi attendibilissima il mio intuito mi giudo' fino a portarmi nelle Chiese di Vaglio dove immaginavo (o speravo) fossero ancora presenti elementi riconducibili alla potente milizia del Tempio. Ebbene mi impressiono' moltissimo una austera ed imponente torre che in maniera pittosto anomala era attaccata alla Chiesa Madre. La torre si sviluppava su pianta ottagonale (tipico delle costruzioni legate ai templari) ma stranamente su di essa alloggiavano quattro finestre che producevano uno scenario sconvolgente. Infatti intorno alle ore 13 da tali finestre si lasciano filtrare dei leggeri raggi di luce capaci di inscivere sotto la volta della torre una meravigliosa Croce Patente (VEDI FOTO CUPOLA DELLA CHISA MADRE DI VAGLIO). Passai quindi al cosidetto Cappellone della Chiesa Madre,dove si trovano ben tre dipindi d'epoca tardo cinquecentesca. Nel primo dipinto e raffigurata la Vergine Maria con in braccio il Salvatore,entrambi stingono tra le dita delle corone con Croci Patenti (vedi foto pala del sec. XVI e foto Particolare della pala con croce patente).Ai lati della Vergine compare la figura di un Vescovo che mantiene un bastone con un manico piuttosto strano……….Infatti il manico e a forma di TAU (Vedi foto particolare della pala Vescovo con tau).
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