È soltanto un resoconto di spesa, ovvero ci dite: i soldi spesi in questi sette anni e il numero di programmi finanziati, che, peraltro così come si riscontra dalla lettura del documento o non sono mai iniziati o iniziati in ritardo o mai terminati.    

Presidente e Colleghi, innanzitutto, mi sia permesso, senza alcuna vena polemica, di ricordare al Presidente che la Giunta, ai sensi dell’art. 6 della legge n. 31/2009, è obbligata a presentare al Consiglio lo stato di avanzamento dei programmi, cofinanziati da risorse comunitarie a livello regionale, per la verifica. Appare, quindi, poco ortodosso che nel testo della delibera n. 628 del 26 maggio 2014, avente ad oggetto la sessione comunitaria, venga scritto che la Giunta ravvisa “la necessità di presentare al Consiglio regionale lo stato di avanzamento”. Si tratta di un obbligo di legge!

Fatta questa premessa, ricordo a me stesso ed ai Lucani che, nonostante quest’obbligo legislativo, mai negli anni passati, in Consiglio, si è discusso di questi argomenti. Oggi, finalmente la massima Assise democratica regionale è chiamata a dibattere dei fondi comunitari e del loro utilizzo.

In primis è indispensabile evidenziare che come fonte d’informazione sono stati forniti, a Noi Consiglieri, almeno a quelli di minoranza – perché non mi è dato sapere se quelli di maggioranza abbiano avuto la fortuna di aver ottenuto ulteriori informazioni – due documenti: la relazione annuale in materia comunitaria di cui alla delibera di Giunta n. 628 del 26 maggio 2014 e la relazione del Presidente Pittella sulla programmazione 2014-2020 esposta nel corso del precedente Consiglio.

Le chiedo, sinceramente, Presidente, se questi atti sono sufficienti per avere un confronto serio ed aprire un dibattito su oltre 1 miliardo e 730 milioni di euro di fondi assegnati alla Basilicata nel settennio 2007-2013 e di circa 4 miliardi di euro di fondi futuri, tra quelli strutturali, ex FAS e PSR? A noi sembra proprio di no.

Nello specifico, nonostante le esiguità di informazioni che abbiamo ricevuto, proviamo ad evidenziare alcune opportune considerazioni sullo stato dell’arte della programmazione 2007-2013. E, a questo proposito, senza giri di parole, ci duole constatare che il “documento ufficiale” è alquanto vago, inconsistente e inconcludente.

È soltanto un resoconto di spesa, ovvero ci dite: i soldi spesi in questi sette anni e il numero di programmi finanziati, che, peraltro così come si riscontra dalla lettura del documento o non sono mai iniziati o iniziati in ritardo o mai terminati. In aggiunta, quasi a volere sostenere “abbiamo adempiuto ai nostri obblighi”, inserite qualche indice di performance che in concreto elabora solo le due informazioni fornite, senza nessuna inferenza sugli impatti avuti sul nostro sistema economico, sociale e territoriale.

Evitate di scrivere, scientificamente, perché sapete che dovreste presentarci un quadro, che definire negativo è eufemistico, di come questa enorme massa di denaro ha inciso sui fabbisogni delle persone, delle famiglie, delle imprese e sul grado di attuazione dell’obiettivo politico di soddisfacimento delle relative istanze.

Questo perché la realtà è un’altra. E al di là dell’immagine filo-europeista costruita in questi anni, la vostra volontà e il vostro interesse non è mai stato, e continua a non essere, quello di dare risposte al territorio ed alle persone. È l’atteggiamento che ilMinistero per la coesione sociale definisce “trappola del non-sviluppo” ovvero l’azione pubblica è di cattiva qualità per espressa volontà delle classi dirigenti.

Siamo convinti che la situazione della Basilicata sconta le evidenti incapacità politiche di indirizzare in maniera efficace ed efficiente l’azione programmatica di ingenti risorse nazionali e comunitarie. Siamo convinti che in questi anni hanno prevalso: le non-decisioni in merito alla valorizzazione degli Assets Strategici, quali le risorse naturali, quelle ambientali e minerarie, quelle dei beni culturali; le frammentazioni eccessive degli interventi realizzati che hanno fortemente limitato le potenzialità di innesco e supporto allo sviluppo rappresentate dall’utilizzo dei Fondi comunitari; le logiche di gestione istituzionale del potere politico del cosiddetto “Sistema Basilicata”.

Una relazione che, secondo la nostra opinione, sia rispettosa dei destinatari, ovvero di noi tutti Lucani, dovrebbe iniziare con una domanda:com’era la Basilicata nel 2006 e come è diventata dopo l’utilizzo delle risorse europee, nel 2013? Cosa è migliorato e cosa invece no? E soprattutto dovrebbe dare una risposta a questa domanda.

Questa risposta, però, non la troviamo neanche accennata in quelle dieci paginette, aggiunte a quelle dei numeri, con le quali provate a dare risposta alle legittime richieste che Noi Consiglieri abbiamo avanzato nella seduta della II Commissione consiliare, durante l’audizione dell’8 maggio scorso. Ritenere quelle dieci paginette, così come si cerca di far passare nella premessa della delibera di Giunta in esame, esaustive per fare un’analisi seria sulla qualità della spesa è paradossale e offensivo del ruolo del Consiglio regionale.

Sappiamo solo che l’Ente regionale sta vivendo uno dei suoi minimi storici più preoccupanti per l’inadeguatezza del proprio ruolo di regolatore dei processi economici ed istituzionali. Anche le prerogative di esercizio della potestà legislativa vengono sistematicamente subordinate a logiche di esercizio di funzioni gestionali ed amministrative che mirano sempre più alla conservazione dello status-quo e si mostrano disattente rispetto alle legittime aspettative delle nuove generazioni.

Lo spopolamento in Basilicata è da considerare una piaga: oltre 17mila abitanti in meno nel giro di quasi sette anni, dal 2007 al 2013. Nel 2006 il tasso di disoccupazione era del 10,52, nel 2013 è salito al 16,59 (Dati ISTAT). La Basilicata è la Regione italiana con il più alto esodo di giovani; più è alto il grado di istruzione più il tasso di mobilità verso altre regioni è alto: nel 2011 i laureati residenti ed occupati erano solo il 29% (DATI ISTAT – laureati ciclo unico o specialistica).

Conosciamo bene il collasso generale della viabilità che colpisce tutta la regione. Siamo consapevoli che tra non molto la città capoluogo rischia di essere isolata da qualsiasi altra parte del territorio; che il trasporto su ferro ci riporta alle promesse di De Gasperi: da Potenza a Bari, con i mezzi pubblici, serve prendere, un autobus e due treni. Nel 2014 per percorrere 135 km sono necessarie dalle 3 ore e mezza sino alle 4 ore e mezza. Per il mondo imprenditoriale va sempre peggio: nel 2013 le cessazioni di attività superano le nuove iscrizioni al Registro Imprese. Siamo al primo posto per imprese chiuse nel Mezzogiorno, che, invece, ha fatto registrare nell’anno trascorso un tasso di crescita.

Quindi, se vogliamo parlare, realmente, dei risultati raggiunti dovremmo rispondere a domande quali: cosa hanno prodotto, Presidente, le risorse dei PO 2007-2013 in Basilicata? Dove è il numero di nuovi posti di lavoro creati nelle PMI, il numero di nuove imprese, risultato diretto dei progetti realizzati usando gli aiuti europei? Di quanto è aumentato il numero di persone che possono accedere ad internet con la banda larga? Qual è la riduzione totale del “tempo di viaggio” sulle strade e sulla reta ferroviaria che si riscontra a seguito della realizzazione dei progetti finanziati?

Nel Suo rendiconto, Presidente, non c’è traccia di questi dati che pure sono stati individuati dalla Commissione europea come indicatori, alternativi a quelli del mero avanzamento finanziario, per rendicontare i risultati che la politica regionale ha realizzato con la programmazione 2007-2013. Indicatori, che altro non fanno, se non esplicitare dei targets cui mirare nell’arco del ciclo di programmazione e che sono stati individuati proprio con l’intento di “ridurre il grado di indeterminatezza delle politiche” e portare alla “responsabilizzazione di tutti i soggetti coinvolti nel processo”.

Nel Suo rendiconto troviamo soltanto piccole informazioni, dalle quali emerge la vostra incapacità a risolvere i problemi della Basilicata. Ad esempio: il fondo di garanzia FESR per le PMI per gli investimenti, gestito da Sviluppo Basilicata, ammontava a 32 milioni di euro, ma le garanzie concesse ammontano solo a 2,8 milioni di euro. È evidente che questi strumenti di ingegneria finanziaria non siete stati in grado di gestirli e sono falliti.

Inoltre, i programmi per la valorizzazione dei Beni Culturali e Naturali sono stati il solito specchietto per le allodole. I progetti finanziati sono serviti esclusivamente per creare attività per Enti e Associazioni di natura pubblica ai quali assegnare fondi per progettare, realizzare e gestire attività come, ad esempio, i Grandi Attrattori Turistici, e che hanno bilanci in rosso. La partecipazione dei privati è stata debole e minoritaria rispetto all’operatività gestita da soggetti nominati dal pubblico.

Si pensi, ad esempio, alla Rete Ecologica (Bandi EPOS), ai Centri di Educazione Ambientale per la Sostenibilità (CEAS), al Piano Parco e altro ancora, che, si legge nella relazione della Giunta, “hanno previsto lo sviluppo di azioni immateriali volte a promuovere servizi di educazione nel settore della promozione e della valorizzazione della rete ecologica della Basilicata”. Le chiedo, Presidente Pittella cosa sono le “azioni immateriali che promuovono servizi di educazione nel settore della promozione e della valorizzazione della rete ecologica” e, poi, in concreto, cosa hanno realizzato questi progetti, a parte regalare soldi alle solite Associazioni ambientaliste ONLUS? Dove sono i posti di lavoro creati (in FTE) da progetti di turismo? Tanto per dirne un’altra.

Di più. La situazione della gestione delle acque e dei rifiuti crea forti criticità, soprattutto legate all’incapacità di affrontare e risolvere alla radice i problemi legati all’inquinamento del suolo, delle acque, dell’aria e i problemi di salute per i cittadini che ne subiscono le conseguenze.

La mancata Raccolta Differenziata è diventato il capro espiatorio per gli ultimi governi regionali e per gli Enti locali, incapaci e complici di una gestione privatistica delle attività che riguardano questi settori. La continua presenza di Commissioni parlamentari e delle indagini di varie Procure evidenzia la delicatezza e l’importanza di quanto sta accadendo.

La regione Basilicata non è dotata, volutamente, di alcun impianto per il trattamento, recupero e riciclaggio dei rifiuti in quanto troppo elevati sono gli interessi economici derivanti dalle presenze di discariche continuamente ampliate e autorizzate da Ordinanze urgenti del Governatore della regione. Noi non abbiamo ancora un Piano rifiuti!

Questi sono i dati reali che ci presentano una Regione in ginocchio, in cui aumenta sempre più il divario tra ricchezza presunta e miseria reale e in cui svanisce, definitivamente, l’immagine di Svizzera del sud Italia che il partito regione PD ha sempre portato avanti.

Il Rendiconto dello stato di attuazione della Programmazione 2007-2013 è la fotografia di un sistema di potere per il potere, il “Sistema Basilicata”.

Potrei andare avanti tutta la mattina, Presidente, e la conclusione sarebbe sempre la stessa: i fondi europei non sono serviti a nulla, tant’è che siamo ripiombati nell’ex Obiettivo I. Le risorse a nostra disposizione sono andate disperse nei mille rivoli dei finanziamenti a pioggia che nulla hanno prodotto se non povertà ed arretratezza. E l’alibi della crisi internazionale, in questo caso, non regge.

Non è la solita polemica opposizione-maggioranza. La verità è che la gestione delle risorse comunitarie, ma con esse di tutte le risorse ordinarie e di provenienza petrolio, è stata scellerata ed orfana di un disegno politico di sviluppo virtuoso con prospettive di ampio respiro per le generazioni future.

Fino a qui il passato. Ora e oggi, Presidente, Lei chiede a questo Consiglio “gli indirizzi regionali in tema di politiche comunitarie” per la prossima programmazione 2014-2020. Ce li chiede sulla base delle informazioni contenute nel secondo documento, che è rappresentato dalla relazione da Lei letta nello scorso Consiglio.

Sinceramente, per quello che ho sentito dalla Sue parole e letto, mi diventa difficile criticare. È difficile opporsi a concetti quali: una società competitiva ed aperta, una società dallo sviluppo compatibile ed a basse emissioni di carbonio, una società della conoscenza e della competenze, una società inclusiva e coesa, una società deliberativa e partecipata ed infine una società ben governata.

È difficile opporsi a scelte programmatiche che parlano di crescita intelligente, crescita sostenibile e crescita inclusiva.

Ma con la stessa sincerità, Presidente, io, come penso tutti i Lucani che avranno speso del loro tempo per leggere la Sua relazione, non ho capito come Lei realmente voglia raggiungere tutti questi obiettivi.

Lei ci presenta dei concetti così generalizzati senza entrare nello specifico, senza dirci: chi, come e quando.

La Sua relazione, Presidente, in sintesi, non è altro che un estratto di qualche trattato di principi dell’Unione europea che parla della politica di coesione 2014-2020. Sul sito dell’Unione europea abbondano, giustamente, report sugli indirizzi da dare agli investimenti comunitari e sui settori chiave per favorire la crescita economica.

Presidente, in parole povere, si tratta di un banale copia/incolla, salvo stabilire chi tra l’Unione europea e la Regione Basilicata ha copiato ed incollato.

Siamo seri. Questo atto di indirizzo politico e programmatico dovrebbe partire dalle effettive condizioni sociali ed economiche della nostra Regione e mirare a raggiungere obiettivi concreti. Ma così non è.

Del resto come potrebbe essere differente se ha prorogato, con l’art. 2 della legge di stabilità 2014, le Linee Strategiche-Operative del 2006, alla base della programmazione 2007-2013, e ci ha promesso che avrebbe predisposto il nuovo Documento di economia e finanza regionale. Salvo poi scoprire, a pagina 3 della Sua relazione della sessione comunitaria, che le linee operative per il periodo 2014-2020 sono quelle presentate nella Sua relazione di insediamento. Un circolo vizioso. Un circolo fatto di rinvii, ma in concreto, Lei Presidente, ad oggi, non ci ha presentato, come era Suo dovere fare nessun Documento di economia e finanza. Quindi, nessuno conosce la Sua idea di Basilicata, tranne che Lei ritenga che i lucani possano ricavarla dai suoi “slogan rivoluzionari”.

Questa è una cosa gravissima per chi vuol fare la rivoluzione e si circonda di personalità di alto profilo, che hanno esperienze europee tali da far impallidire i più alti funzionari lucani. Come si fa a prescindere dalla pianificazione che il DEF regionale deve esplicitare in quanto principale documento di programmazione della politica economica, con una prospettiva di medio-lungo termine, nel quale sono tracciati gli indirizzi politici della Regione?

Come si fa ad avere una nuova visione di Basilicata che si discosti da quella fallimentare dell’ultimo settennio se le linee strategiche non si conoscono o, peggio, sono le medesime degli anni passati? I fondi europei sono una parte dei fondi regionali. Certo una parte cospicua, la più cospicua sicuramente, ma solo una parte, che si inserisce in una programmazione più ampia che ha come fine una visione ben precisa della Basilicata.

In questo modo, Presidente, ripropone tutti gli errori ed orrori del passato, in primis, la mancanza di una vera e propria visione identitaria e sistemica delle prospettive di sviluppo economico e sociale.

Nella sua genericità non esplicita chiaramente il percorso nei suoi dettagli. Non ci dice nulla di cosa cambia rispetto al passato nell’utilizzo di questi fondi.

Si spera di non ritrovare, nei vari campi, le solite misure che non raggiunto l’obiettivo. Ma questo non possiamo saperlo, perché Lei non ce lo dice.

Quando parla di “superamento del digital divide” (pag. 6 della Sua relazione), per l’infrastrutturazione dei comuni rurali, intende riaffidarlo agli Uffici, e alle ben individuabili persone di ARBEA, già coinvolte nel contratto con Fastweb, a valere sulla Misura 321, Azione D “Banda Larga”, del Piano di Sviluppo Rurale (PSR) Basilicata 2007-2013? Quando, a pagina 8, parla di “sussidiarietà funzionale” e di “settore pubblico allargato” vuole ricreare gli ennesimi partenariati pubblico-privati, come i ben noti GAL (Gruppi di Azione Locale), tanto predatori di risorse pubbliche, quanto elusivi delle norme in materia di appalti? E, in tema di azioni per la “Capacity Building” (pagina 8), si riferisce a quella stessa Misura del FSE (Fondo Sociale Europeo), il Fondo della “formazione”, grazie alla quale, sono stati erogati lauti compensi a vari funzionari regionali, “extra” rispetto allo stipendio? E, in ultimo, quando, Presidente, parla di “strutture, composte da personale interno e da esperti esterni” (pagina 18), per la gestione dei programmi comunitari, dobbiamo aspettarci a breve altre long- e short-list piene di esperti membri del direttivo della locale sezione PD?

Nel campo degli interventi per l’occupazione, non possiamo più tollerare le solite politiche che, più che collocare i beneficiari, si sono svelate un banchetto per il sistema regionale della formazione professionale privata. Non si possono riproporre i soliti programmi per finanziare la governance fallita delle società pubbliche a discapito delle imprese agricole che sono, invece, le uniche beneficiare previste per i fondi FEASR.

Presidente, oggi Lei non può ricevere il nostro assenso riguardo al nulla. Dalla Sua relazione non si intravede un atto di indirizzo politico e programmatico per la Basilicata, ma solo un atto generico, che potrebbe andare bene per qualsiasi Regione d’Europa.

Personalmente, la genericità è da imputare a quel malsano modo di gestione del potere per il quale si tende ad informare il meno possibile per avere le mani libere. E quanto asserisco trova riscontro nella mia denuncia dei giorni scorsi, riguardo il Suo provvedimento sulle anticipazioni dei fondi europei, con il quale ha tentato di aggirare gli obblighi di legge, bypassando il vincolo che prevede la presentazione di una rendicontazione analitica al Consiglio. Questa è la sua rivoluzione: avere le mani libere da controlli per poter fare ciò che vuole?

Quella che Lei chiede oggi è una delega in bianco. Chiede di approvare linee di programmazione talmente tanto generiche ed ampie nei cui programmi di attuazione potrà inserire tutto ed il contrario di tutto. Se, oggi, dessimo parere favorevole alla Sua, chiamiamola, ‘programmazione’, diremmo di sì al nulla!

Di fatto, Lei, Presidente, ci ha impedito di aiutarla a costruire una Basilicata diversa. Le sollecitazioni emerse in seno alla Seconda Commissione sono cadute nel vuoto: avevamo chiesto di poter comprendere per poter essere parte attiva nel processo di costruzione di una nuova Basilicata. L’appello è rimasto senza risposta. Lei non ha mai coinvolto i gruppi e il Consiglio. È chiaro che il suo mandato vuole svolgerlo per annunci, conferenze stampa e spot, manipolando l’opinione pubblica e vendendo come virtuoso un sistema, il “Sistema Basilicata”, che è fallace da ogni punto di vista poiché ha prodotto solo spesa e inutile “speranza” per i nostri giovani.

In questo modo però, non fa la rivoluzione. In questo modo, Lei porta avanti la stessa gestione familistica della cosa pubblica perpetrata dal Suo predecessore, svuotando, in concreto, il Consiglio di qualsiasi funzione, subordinando e distorcendo gli assetti e le finalità istituzionali dell’Ente regionale in base alle esigenze di partito.

Per questi motivi, concludo facendo un appello a tutti i Colleghi: cerchiamo di riacquistare la dignità di funzione che ci spetta; cerchiamo di meritare la fiducia che hanno avuto in Noi i Lucani quando ci hanno eletto per tutelare i loro interessi e non quelli di pochi, o peggio, di un unico partito. Portiamo la Nostra Terra verso un reale sviluppo. Ne ha tutte le capacità. Facciamo bene, Colleghi. I Lucani ci ringrazieranno.

La nostra proposta, Presidente ritiri tutto. Si apra un lavoro condiviso ed approfondito in seno all’unico consesso deputato a ciò, il Consiglio regionale.

 

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