Domenica 15 dicembre 2013 ore 10.00 AL Centro Visite Mario Tommaselli. Jazzo Gattini. LA Presentazione del Quaderno n. 18: “Breve manuale sui muretti a secco e terrazzamenti”
Interventi di Pier Francesco Pellecchia, Massimiliano Burgi.
A seguire: visita/escursione alla ricerca dei Muretti
Nell’occasione verrà distribuito il calendario del Parco della Murgia Materana 2014.
Edizioni Giannatelli. Foto Giusy Schiuma
“Breve manuale sui muretti a secco e i terrazzamenti” arricchisce la collana Quaderni del Parco rappresentando un prezioso apporto alla promozione delle iniziative di sviluppo e valorizzazione del nostro territorio.
La conoscenza e la divulgazione delle tecniche di realizzazione dei muretti a secco rappresenta un importante riferimento per i programmi di riqualificazione e recupero del locale paesaggio rurale e della sua architettura.
Conservare la memoria di questo antico saper fare e proteggere le tracce e i segni che lo rendono visibile a tutti nel tempo, costituisce finalità di grande valenza culturale, storica e sociale. Un patrimonio da difendere e tutelare sempre, così come riconosciuto dall’art. 9 della Costituzione Italiana.
La manutenzione e recupero dei manufatti esistenti, così come la costruzione di nuovi muretti a secco e terrazzamenti che riqualifichino l’area utilizzando tecniche a basso impatto ambientale, rientrando a pieno titolo tra gli interventi finalizzati alla conservazione del territorio e valorizzazione del paesaggio, rappresenta un ulteriore elemento di rafforzamento all’interno degli obiettivi che l’Ente Parco si propone nell’ottica più generale della salvaguardia di tutta l’area protetta e della promozione di un contesto paesaggistico-ambientale di così grande valenza.
I muretti a secco sono opere di grande fascino in quanto coniugano in maniera mirabilmente armoniosa la funzione statico-strutturale e quella pratica della fruizione del territorio nel vissuto quotidiano con l’aspetto estetico legato alla qualità architettonica, catturando l’attenzione di visitatori e turisti nell’ambito di itinerari e percorsi sostenibili.
Costruiti con fatica da generazioni di agricoltori che hanno saputo al meglio trovare un modo per sopravvivere e organizzarsi, questi antichi manufatti racchiudono elementi di grande valore della nostra civiltà contadina poiché rappresentano la straordinaria opera dell’uomo che ha modellato la natura conquistando aree coltivabili e vivibili anche sui terreni più impervi e meno fertili.
Il paesaggio terrazzato, con i suoi muretti a secco e le sue architetture, costituisce oggi uno straordinario patrimonio di valori culturali e ambientali oggetto di studio di grande interesse, anche dal punto di vista scientifico-naturalistico, in quanto habitat di particolare pregio per la presenza e varietà di biodiversità sia di specie animale che vegetale. Da questo punto di vista, i muretti a secco della murgia materana, per loro natura e funzione, costituiscono un ecosistema complesso che ha una rilevanza fondamentale per l’integrità ecologica del territorio, per la conservazione della fauna e della flora e la riproduzione di specie animali e vegetali, sottoposte a tutela e protezione, che trovano proprio in questi manufatti l’habitat di crescita ideale e necessitano di tali contesti per assicurare il loro ciclo vitale.
Per tutti questi motivi, la bellezza di queste architetture, con il suo ordine, le sue geometrie e le sue opere dense di storia, rappresenta un segno emblematico di grande contenuto intellettuale, sociale, ambientale.
Nelle pietre dei muretti a secco della murgia materana c’è la storia di una comunità e di una cultura millenaria; c’è la testimonianza della nostra civiltà rurale e dello sforzo di sopravvivenza collettiva di generazioni, ma soprattutto c’è la testimonianza di un’armonia tra uomo e ambiente che a tutti i costi va mantenuta e preservata, in quanto “bene culturale” prezioso da tutelare.
Si ringrazia l’architetto Massimiliano Burgi per l’impegno profuso nella realizzazione di questa pubblicazione, contributo autorevole che aiuta a ricordare l’importanza di queste opere non solo come memoria e testimonianza del nostro passato, ma anche come elementi di attualità architettoniche delle quali vanno sottolineati i benefici del loro mantenimento, nell’ottica di moderni utilizzi e nuove potenzialità.
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