In attesa che l’Amministrazione Comunale di Potenza deliberi le tariffe della TARES, a Matera il costo medio sarà di 197,57 euro con una differenza rispetto all’IMU 2011 di 54,17 euro. 

E’ quanto riferisce il Centro Studi della UIL di Basilicata che ha rielaborato in chiave locale i dati dell’indagine del Servizio Politiche Territoriali della UIL nazionale, evidenziando che per Matera l’incremento medio in raffronto con la TIA-TARSU 2012 è, invece, in percentuale è pari al 27,9% e in moneta pari a 55,17 euro in più (il calcolo è su utenze domestiche di famiglia con 4 componenti e appartamento di 80 mq).

 

Dunque – commenta la UIL – mentre l’attenzione di tutti è concentrata sul “tormentone” dell’IMU, la “prova tecnica” della Service Tax, in forma di TARES, con il saldo di dicembre, porterà quest’anno un’amara sorpresa alle famiglie italiane.

Bisogna, infatti, ricordare che la nuova TARES, che è entrata in vigore per la prima volta quest’anno, in sostituzione di TARSU e TIA, prevede due componenti: la prima destinata ai rifiuti in senso stretto e la seconda per i servizi indivisibili dei Comuni (illuminazione, strade marciapiedi ecc), in sintesi l’embrione della futura Service TAX.

Putroppo, non finisce qui – continua la UIL – dal momento che i Comuni, a corto di risorse e nell’incertezza più totale, stanno utilizzando la leva fiscale più semplice: aumentare l’Addizionale IRPEF, la tassa più odiosa per i contribuenti virtuosi.

Ad oggi, infatti, 1/3 dei Comuni che hanno deliberato l’aliquota (704 su 2.178), l’hanno rivista al rialzo. L’effetto è una “stangatina” di 23 euro medi a contribuente, passando da un esborso di 152 euro del 2012 ai 175 euro di quest’anno.

In sostanza, tra aumenti della TARES e dell’IRPEF Comunale, il rischio è, soprattutto per i lavoratori dipendenti e pensionati, di non aver benefici dall’eventuale abolizione totale dell’IMU. Peraltro, in questi mesi, abbiamo assistito a un dibattito circa l’abolizione di un’imposta come l’Imu, che nel 2012 ha pesato 225 euro medi, mentre per la Tares, per la quale pagheremo mediamente di più (281 euro), non vi è stata alcuna levata di scudi da parte di nessuna delle forze politiche in campo.

Per questo – conclude la UIL – occorre rivedere alla radice il sistema della fiscalità locale, nell’ambito della riforma più complessiva del fisco, nel segno di maggiore equità. La UIL è favorevole, dunque, a un’imposta unica comunale sugli immobili (service tax) con il superamento delle addizionali IRPEF, tassa che colpisce, implacabilmente, soprattutto i redditi fissi.

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