Passioni, speranze, sogni, certezze. Francesco Cafarelli di Potenza e Pasquale Arleo di Sant’Arcangelo hanno ricevuto dalle mani di Abete, Presidente Federcalcio Italiana e Matarrese, Presidente Legacalcio, la BENEMERENZA SPORTIVA per “la preziosa attività svolta in favore del calcio giovanile di Basilicata.” Il Riconoscimento è stato assegnato dalla Commissione Premi e Benemerenze presso l’Hotel Hilton Airport a Roma, presente Carlo Maglia, Coordinatore federale del Calcio Giovanile e Scolastico Lucano.
 

Ricordiamo che Francesco Cafarelli è stato premiato per l’attività ultraventennale come Dirigente del Settore Regionale Giovanile e Scolastico, mentre Pasquale Arleo, Presidente A. S. Santarcangiolese, come Dirigente di Società del Settore Giovanile.
Entrambi rappresentano, in sostanza, quello che simbolicamente è ancora il calcio giovanile di Basilicata, il calcio pionieristico, pronto a modificare certi riti, a mettere in discussione tutte le sue abitudini.
Anche nel settore giovanile, autentica fucina del calcio dei grandi, Dirigenti come i Premiati provocano spesso rivoluzioni sostenendo i valori pedagogici, socializzanti e di prevenzione attraverso la promozione dello sport.
I tempi “eroici” sono forse un ricordo sbiadito. Francesco Cafarelli e Pasquale Arleo, antesignani dello sport lucano, hanno ora qualcosa in più nella simbolica scala dei titoli accademici, ma hanno rafforzato, soprattutto, ciò che simboleggia l’altra faccia dello sport: la solidarietà, il rispetto delle regole e dei valori autentici insiti nell’espressione sportiva.
Poi c’è il fair-play, per credenti nello sport, stupendo perché rappresenta il cuore, il vero cuore di sportivo, che fa da contraltare a ciò che accade in un mondo, come quello sportivo, attento al successo ad ogni costo. Anche in nome dell’imbroglio, di passaporti truccati, di doping. Di tutto e di più…
La Benemerenza per i due rappresentativi dirigenti lucani Arleo e Cafarelli, sottintende queste semplici motivazioni per indicare, attraverso il premio, una possibile via di fuga dai “veleni” di un inquinamento globale. Sarà anche un piccolo segnale… da raccogliere, però. Tutti insieme.
Per ricordare che lo sport, in testa il gioco del calcio, non è una “Grande guerra”.

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