Nessuna attività estrattiva senza il coinvolgimento delle Regioni: è questa la posizione assunta, all’unanimità, dagli assessori regionali all’Ambiente delle Regioni italiane riuniti a Roma nella Commissione Ambiente e Protezione civile.

La Commissione, infatti, su richiesta dell’assessore lucano, era stata convocata per occuparsi del disegno di legge 1441-ter sull’energia, sulla base del quale i permessi di ricerca e le concessioni per l’estrazione di idrocarburi possano essere rilasciati senza l’Intesa Stato-Regione, bensì con un procedimento unico in capo all’Amministrazione dello Stato. Il Ddl di legge cambia anche le norme sulla Valutazione di impatto ambientale, che sarebbe richiesta soltanto per le attività di perforazione dei pozzi e la cui procedura spetterebbe ora all’Unmig (Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e la geotermia), che è organismo statale.
La Commissione ha accolto la proposta avanzata dal rappresentante della Basilicata, l’assessore Vincenzo Santochirico, affinché l’Intesa non venga cancellata e le procedure di Via, da seguirsi per tutte le attività connesse alla ricerca ed estrazione di idrocarburi, restino in capo alle Regioni.
Soddisfatto per l’esito dell’incontro l’assessore Santochirico, che parla di “un primo, importante, passo per evitare che il proposito del Governo vada in porto”. “Le Regioni – spiega Santochirico – hanno assunto una posizione univoca, chiara, per contrastare il disegno di legge dei ministri Tremonti e Calderoli, che estromette del tutto i territori dalla gestione e dalla salvaguardia del patrimonio ambientale”.
In pratica – spiega Santochirico -, qualora il Parlamento dovesse approvare il disegno di legge, che peraltro ha già avuto il parere favorevole delle Commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera, basterebbe un procedimento unico, in capo allo Stato, per autorizzare la ricerca, l’esplorazione e l’estrazione di idrocarburi. Un fatto particolarmente grave, se si tiene conto che la Basilicata è di gran lunga la prima regione per produzione di petrolio in Italia, e che contribuisce a circa il 90 per cento della produzione nazionale su terraferma, e ad oltre il 76% dell’intera produzione italiana. Significherebbe un forte indebolimento della Basilicata nella possibilità di negoziare le compensazioni ambientali, che permettono di realizzare interventi di forestazione produttiva nei territori delle comunità interessate dalle estrazioni; l’anticipazione delle royalties, milioni di euro destinati allo sviluppo del territorio, alle infrastrutture e all’occupazione; sviluppare un vasto programma per portare il metano in ogni casa”.
 

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