Gli italiani subiscono pignoramenti, sfratti e licenziamenti ed il Presidente del Consiglio Regionale di Basilicata, Vincenzo Folino, respinge una mia mozione con cui chiedevo al Presidente De Filippo di prendere in considerazione la possibilità di revocare l’incarico ai tre assessori esterni,
attualmente presenti in giunta, che valgono quanto una linea d’intervento per lo start up delle microimprese: circa 600.000 mila euro ( sia in termini di cassa che di competenza ).
“Stalinisticamente” e con risibili motivazioni, il compagno Folino ha giudicato irricevibile la mozione, adducendo l’illegittimità del testo che andava, a suo dire, a scavalcare le prerogative del Presidente De Filippo che dal suo canto ha ben pensato di tacere dinanzi ad una questione che riguardava scelte da lui intraprese.
Il compagno Folino, ed è giusto che tutti sappiano, non mi ha dato diritto di controreplica, nascondendosi dietro i principi statutari di prossima approvazione.
E’ davvero strano quello che accade in Regione, le leggi vengono applicate ad usum Delfini, a seconda delle esigenze del momento o in maniera retroattiva o, addirittura, vengono ritenute superate in attesa di nuovi provvedimenti.
Folino, in sintesi, ha difeso le prerogative di casta, togliendo dagli imbarazzi del caso De Filippo, e smascherando la vera natura di questa maggioranza PD: gli interessi trasversali.
Folino ha pubblicamente ammesso, incalzato dalle domande dei colleghi del PDL, che, fino ad oggi, tutte le mozioni presentate sono state iscritte nell’ordine del giorno e, di conseguenza, giudicate ricevibili, confermando che si è operato più per prassi consuetudinaria che per metodo. Il voto da me richiesto non era altro che una consultazione politica, accettabile in un normale confronto democratico, quello che la maggioranza, nascosta dietro Folino, ha stalinisticamente negato tra l’imbarazzo e la vergogna di diversi osservatori.
Dopo più di due anni di legislatura, improvvisamente Folino ha ben pensato di iniziare a dare qualche regola di vita partendo proprio dal consiglio di ieri, dando prova del più basso senso delle istituzioni. Il suo partito, il PD, assegna incarichi, nasconde dati pubblici sull’inquinamento, chiude e riapre bandi a piacimento ma pretende un uso corretto delle mozioni.
Compagno Folino sedere sullo scranno più alto del consiglio regionale richiede grandi doti umane ed ancora più grandi doti politiche, quelle che l’armata del centro sinistra lucano ha dimostrato di non possedere nel momento in cui in consiglio, da parte nostra, si tenta di avviare una discussione politica, seria ed attuale, anche alternativa alle frequenti battute a cui troppe volte siamo costretti ad assistere con un po’ di tristezza.
E’ stata imbavagliata l’opposizione, è stata soffocata la richiesta popolare di operare tagli decisi alla spesa della politica, è stata mortificata, ancora una volta, la democrazia cioè quella che si reca nei seggi elettorali e decide, scrivendo un nome sulla scheda, chi deve rappresentarla. Ben comprendo che determinati concetti risultino essere particolarmente ostici a chi proviene da una cultura catto-comunista. Ma a tutto ci deve essere un limite.
Compagno Folino la mozione era stata iscritta nell’elenco relativo sin dal luglio scorso ed all’epoca era stata ritenuta legittima, perchè è legittima in quanto l’Articolo 11 dello Statuto della Regione Basilicata stabilisce che: “il Consiglio Regionale determina l’indirizzo politico ed amministrativo della Regione e ne controlla l’attuazione”.
Dov’é l’illegittimità?
Credo che il Presidente Folino abbia due strade da percorrere.
La prima, quella delle scuse, non alla mia persona ma a tutti quei cittadini che di quella mozione parlano sulle strade, si le strade che dal palazzo si vedono in lontananza, annebbiate alla vista di chi da comunista del palazzo, vuole gestire il consiglio come una casa del popolo.
La seconda, quella delle dimissioni.
Sono sempre più convinto che la mozione di azzeramento della spesa per gli assessori esterni avrebbe aperto una crisi di governo, pericolo scongiurato dalla invenzione di Folino che ha rafforzato l’asse con De Filippo, che come nella favola di Collodi interpretano al meglio i ruoli rispettivi di volpe e gatto. La differenza è che Collodi ha scritto pagine splendide ed educative per la letteratura italiana , Folino, invece, una pagina nera per la democrazia lucana.
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