In riferimento all’agitazione degli agenti di Polizia Penitenziaria, in corso presso la Casa Circondariale di Matera e con ripercussioni anche su quelle di Potenza e Melfi, la Conferenza Regionale Volontariato Giustizia della Basilicata esprime solidarietà e vicinanza soprattutto per quanto riguarda il problema della sicurezza sul posto di lavoro.
I volontari penitenziari aderenti alla Conferenza regionale vogliono però ricordare all’opinione pubblica che le questioni segnalate dagli agenti devono essere esaminate nella loro complessità:

alcuni servizi basilari a cui i soggetti sottoposti a provvedimenti della Autorità Giudiziaria (detenuti) avrebbero diritto, quali il servizio di mediazione culturale e linguistica previsto dall’art. 35 DPR 230/2000 (Regolamento ordinamento penitenziario), attualmente svolto esclusivamente dal volontariato, dovrebbe essere preso in carico dall’Amministrazione della Giustizia che lo detiene tra i suoi compiti. Nel carcere di Matera attualmente la maggioranza assoluta delle persone detenute non è di nazionalità italiana e parecchie di loro faticano molto a esprimersi: il servizio continuativo di mediazione culturale sarebbe davvero prezioso, non solo all’interno dell’Istituto, ma anche per garantire la corretta comunicazione tra i detenuti e i loro avvocati.la maggior parte dei detenuti nelle carceri locali viene trasferito in Basilicata da Istituti di pena sovraffollati del Nord Italia. I trasferimenti avvengono senza preavviso, nell’arco di una giornata: quasi mai i detenuti in arrivo sanno collocare le nostre città nello spazio italiano. La maggior parte di essi vivono in Lombardia, in Veneto o in Emilia Romagna e, con loro, i parenti. Improvvisamente, dunque, si vedono privati dei pochi legami familiari perché quasi mai i congiunti possono permettersi il viaggio per una visita in una città del Sud e la sensazione della perdita delle relazioni familiari, soprattutto del rapporto con i figli, crea tensione.Tali questioni sono state anche dibattute nel Convegno “Su quella barca non voglio più tornare – Cittadinanza, diritti e rispetto delle regole per gli adulti e i minori immigrati” promosso nei giorni scorsi a Potenza dall’A.I.C.S. a cui hanno partecipato esponenti di spicco delle Istituzioni Locali e del Ministero della Giustizia.Non giustifichiamo i comportamenti aggressivi, ma i problemi reali che gli agenti stanno segnalando in questi giorni vanno posti nel giusto contesto, evitando il rischio di attribuire ai detenuti immagini stereotipate che non sempre trovano conferme nella realtà.I volontari della Conferenza Regionale Volontariato Giustizia, impegnati in attività a favore di detenuti nelle carceri lucane, segnalano tali questioni contestualmente alla volontà di collaborazione con l’Amministrazione Penitenziaria cosi come recita il Protocollo d’Intesa stipulato dal 2005.Gli agenti meritano di trovare l’attenzione che attendono e i volontari della Conferenza continueranno a percorrere la strada della sensibilizzazione, cosi la società civile potrà meglio comprendere le situazioni nelle carceri, ricordando che l’art. 27 della Costituzione recita, tra l’altro: ”Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.

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