Pur esprimendo piena solidarietà per la grave difficoltà che sta interessando l’azienda Green Leather che si aggiunge ad altre situazioni complesse che interessano il tessuto industriale lucano, il Gruppo Calia è costretto a dover replicare ad attenzioni, tanto gratuite quanto indesiderate, espresse in un comunicato stampa dalla Filcem – CGIL, che addebita al nostro gruppo industriale precise responsabilità nella vicenda Green Leather.

A tal proposito, occorre ribadire che la iniziale collaborazione tra il gruppo industriale Calia ed il Gruppo Mastrotto si è interrotta ben sette anni fa, una eternità secondo i tempi della impresa.
Tale scelta fu dettata dalla volontà del Gruppo Calia di focalizzare ogni energia sul core business aziendale, ossia quello di “produrre divani”.
Tale premessa risulta essenziale per comprendere quanto siano gratuite le accuse della Filcem Cgil nei confronti della nostra azienda che, ancora oggi, continua a credere, nonostante tutto, in questo territorio, investendo ingenti risorse proprie (si precisa “proprie”) per garantire sussistenza e futuro ad una tradizione produttiva di prestigio.
Secondo dettaglio: relativamente alle accuse estese ai “potenti produttori di divani”, rei di non aver favorito l’acquisto di pelli dall’azienda Green Leather che, purtroppo, versa in uno stato di difficoltà, è opportuno ricordare ai rappresentanti sindacali che le imprese vivono di mercato e, fortunatamente, di libera concorrenza. In poche parole, le imprese, seppure attente a privilegiare sinergie territoriali ed imprenditoriali con realtà affini, devono necessariamente salvaguardare quei margini di competitività che, con il tempo, si sono ridotti in modo sempre più drastico. Ecco perché, in un contesto economico già molto precario, l’acquisto delle materie prime non può prescindere da una attenzione verso il regime dei prezzi e della qualità. Ciò ha portato molte aziende produttrici di divani a cercare sul mercato i fornitori più adatti rispetto alle rispettive esigenze aziendali.
Ecco perché risulta davvero miope ed inadeguata la visione localistica dell’economia espressa dalla Filcem – Cgil.
Piuttosto, sarebbe opportuno che anche i sindacati prendano coscienza dei limiti strutturali che, purtroppo, connotano il nostro territorio e che si ripercuotono negativamente sul sistema industriale lucano, affetto da mali atavici senza che in questi anni si sia trovato l’antidoto necessario per dare risposte adeguate alle esigenze espresse da una classe imprenditoriale che, nonostante tutto, continua a svolgere il proprio ruolo di responsabilità.

Ufficio Stampa Caliaitalia Spa

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