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Il problema riguarda i prodotti per la produzione di pane, pasta, dolci Montemurro: “si tratta di una vera emergenza per le piccole imprese e le imprese artigiane”. La Presidenza della CNA Matera ha preso in esame la difficile situazione determinatasi, in seguito alla campagna mediatica, a proposito dell’aumento del prezzo del pane.

Le Pmi, per il presidente dell’Associazione, Giovanni Coretti, “guardano con favore alle iniziative avanzate dal ministro De Castro, ma chiedono anche di individuare soluzioni di emergenza oltre che strutturali per risolvere problemi ormai storici che ci portiamo appresso da tempo”. Le recentissime azioni “avviate dal ministro De Castro, tendenti ad incrementare la produzione dei cereali e le quote latte concordate a livello di Commissione europea, ad intervenire sulla filiera per conoscere meglio tutte le componenti dei costi e a favorire accordi di filiera con i pasta-loc rappresentanti dell'agroalimentare, sono misure molto importanti che possono agire su alcuni problemi strutturali come ad esempio l'assenza di un adeguata offerta di grano al livello nazionale per le nostre produzioni, comprese quelle del Made in Italy. Però – secondo l’Associazione – il problema dell'aumento dei costi delle materie prime non è collegato soltanto ai processi innescati dalla nota vicenda dei cereali, ma riguarda tutta una gamma di prodotti necessari alla produzione di pane, pasta, dolci. Secondo il segretario regionale, e direttore provinciale CNA Matera, Leonardo Montemurro “si tratta di una vera emergenza per le piccole imprese e le imprese artigiane, che rappresentano il 90% del tessuto produttivo italiano. Esse debbono mantenere una loro dimensione di competitività e di qualità per rimanere sul mercato, e anche se sino ad ora – ha spiegato Montemurro – hanno ammortizzato l'aumento dei costi per salvaguardare la capacità di acquisto dei consumatori, più di tanto non si poteva chiedere. Gli aumenti che ci sono stati, infatti, sono stati fisiologici, come nel caso del pane, e pure da varie parti sono emersi atteggiamenti di criminalizzazione che vanno respinti. Ma le imprese non ce la faranno a lungo a reggere il caro costi”. L'impennata dei prezzi investe non solo le semole e le farine ma anche le uova, la ricotta il burro, il latte in polvere e derivati e persino gli olii di semi (aumentati di oltre il 60%), e poi altre voci di costo fondamentali per i trasformatori del settore alimentare come gli imballaggi di cartone, cresciuti del 17%, o quelli plastici (+14%) fino alle spese logistiche e di trasporto e dell'energia. Una situazione, questa, che CNA Alimentare ha già denunciato chiedendo interventi immediati. “Per noi – prosegue Montemurro – esiste il problema dell'oggi proprio perché a breve le Pmi dovranno adeguare i prezzi ai costi di produzione. Sul fronte delle azioni da mettere in programma, dunque, può essere molto utile il sostegno delle Pmi agli acquisiti delle materie prime attraverso accordi e contratti che ne accrescano il potere negoziale. L'obiettivo sarebbe quello di rendere le imprese piccole più forti sul piano della contrattazione dei prezzi”.

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