Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, segretario Radicali Lucani, Consigliere Associazione Coscioni e Coordinatore regionale RNP Come di certo saprà il consigliere Lapenna, prima degli atti di indirizzo, ci sono le leggi della Repubblica italiana. Il tentativo di far rientrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta, è indice di una arroganza senza pari delle forze clericali che imperversano in questa regione, e in seno allo stesso consiglio regionale, massima assise lucana. Alle sortite clerico-fasciste di Lapenna siamo ormai abituati. Il consigliere Lapenna proprio non riesce a fare due interventi consecutivi senza tirare in ballo la Cei, i Vescovi e il Vaticano. Va da sé, che anche il consigliere Lapenna comprenderà che la presenza dei Cav in seno ai reparti di Ostetricia e ginecologia è fatto inaccettabile. Se questa presenza dovesse nuovamente essere consentita, torneremo a porre la questione della violazione della legge sulla privacy. La Convenzione non rinnovata tra il Cav e l’ospedale San Carlo, per noi resta illegittima, contra legem, inopportuna e indecente. Definire discreta la presenza degli attivisti del Cav nei giorni previsti per la prenotazione dell’intervento di Ivg, è, a dir poco, ridicolo. La presenza del Cav all’interno dei reparti va a configurarsi come una forma di pressione e di violenza psicologica inaccettabile. Ed è per questo, che invitiamo l’assessore Colangelo e la direzione generale del San Carlo a non ascoltare le sirene clericali, che equiparano le donne che abortiscono a delle assassine, i medici che praticano l’Ivg a criminali di guerra, e un ospedale della Repubblica italiana ad un campo di concentramento. Con il non rinnovo della convenzione abbiamo fatto un piccolissimo passo avanti in un contesto che, comunque, rimane militarizzato e occupato a tutti i livelli. Ci auguriamo davvero che non ci siano ripensamenti. Piuttosto l’assessorato lavori per consentire l’utilizzo della Ru486 e sul fronte dell’informazione sessuale e contraccettiva con una campagna che parta dalle scuole. Informazione e non educazione, quest’ultima la lasciamo ai Lapenna d’Italia, che poi la riconvertiranno sicuramente in rieducazione.
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