camera-com-viiiIII trimestre 2006: “I segnali di ripresa dell’attività industriale emersi nella prima metà del 2006 sten-tano a consolidarsi, soprattutto per le perduranti difficoltà delle piccole imprese e di quelle artigiane, che continuano a registrare regressi dei livelli produttivi, sebbene molto più contenuti rispetto agli anni precedenti.

Preoccupano i trend del tessile/abbigliamento e del legno/mobile, conforta la ripresa generale dell’export. Gli operatori economici, sia pure con evidenti differenze settoriali e dimensionali, sono pronti a scommettere sul rilancio, e questo sembra essere davvero un segnale confortante per il prossimo futuro. Altre note positive sono il rallentamento dell’inflazione a livello locale e un minore tasso di mortalità fatto registrare dalle aziende lucane”. E’ questo, in sintesi, il commento del presidente di Unioncamere Basilicata, Pasquale Lamorte, alla nota congiunturale rapida del 3° trimestre 2006, elaborata da Unioncamere e Regione Basilicata. I DATI: LA PRODUZIONE MANIFATTURIERA RALLENTA La produzione manifatturiera in Basilicata si è pressoché “fermata” nel III trimestre (-0,1%), in linea con il dato nazionale. Di ripresa si può parlare soltanto per le imprese medio-grandi (+2% da gennaio a settembre). Sempre in rosso, invece, il bilancio delle piccole imprese e di quelle artigiane (-2,5%). BENE METALLI E MACCHINE ELETTRONICHE, “TENGONO” L’ALIMENTARE E LA CHIMICA. PERMANE LA CRISI NEL TESSILE/ABBIGLIAMENTO E NEL LEGNO E MOBILE. Dal punto di vista settoriale, la ripresa appare ormai consolidata nell’industria della lavorazione dei prodotti in metallo, (+4,7% nel III trimestre) e nell’industria delle macchine elettriche ed elettroniche. “Tengono” l’industria alimentare e quella chimica e delle materie plastiche (+1,5 e +1,7%), mentre nell’industria meccanica il trend è tornato negativo (-2,0%). Rimane sempre difficile la congiuntura nel tessile/abbigliamento (-4,8%) e nel legno e mobile (-4,1%); settore – quest’ultimo – che sconta la persistente contrazione degli sbocchi sui mercati esteri (l’export è diminuito di circa il 30% nei primi 9 mesi del 2006). GLI OPERATORI, TUTTAVIA, SI PROFESSANO FIDUCIOSI Nonostante questi ultimi segnali negativi, gli operatori si mostrano molto più fiduciosi, rispetto al recente passato, nelle possibilità di un nuovo recupero dei livelli produttivi nel breve periodo. Più ottimistiche le previsioni delle imprese maggiori, ma anche nelle piccole le aspettative di ripresa superano quelle di segno opposto. Dal punto di vista settoriale, le aspettative più favorevoli si concentrano nell’industria del legno e mobile e delle macchine elettriche ed elettroniche. Molto più caute, invece, le previsioni formulate dagli operatori del tessile/abbigliamento e dell’industria estrattiva. EXPORT: sata_alba         

SEGNALI POSITIVI Il + 60,9% del III trimestre 2006 (ovvero 144 milioni di euro in più rispetto allo stesso periodo del 2005) beneficia della forte ripresa delle vendite sui mercati internazionali del settore auto ma mostra un significativo recupero anche di altre importanti merceologie, con le uniche eccezioni – peraltro rilevanti – del mobile (-36%) e della gomma e materie plastiche (-40%). Anche “al netto” del settore auto il bilancio risulta moderatamente positivo (+5,1%) e interrompe un lungo periodo di variazioni con il segno “meno”. Tassi di incremento decisamente elevati sono stati registrati anche per i prodotti metalmeccanici (+69%), chimici (+90%), tessili (+31%) e delle pelli e cuoio (+55%). L’EDILIZIA: DATI ALTALENANTI E CONTRADDITTORI La crescita del valore aggiunto che le ultime stime macroeconomiche accreditano al comparto delle costruzioni in Basilicata (+4,7% per l’intero 2006) non trova adeguato riscontro nei risultati economici delle imprese rilevati dall’indagine congiunturale, che continuano ad evidenziare un trend negativo. Solo il 22% delle imprese intervistate (nella fascia delle medio-grandi) ha dichiarato un volume d’affari in aumento, mentre le perdite di fatturato continuano a concentrasi nelle piccole e medie imprese. Si attenua la crisi dei consumi ma a rilanciarsi è solo la media e grande distribuzione organizzata L’attenuazione della crisi dei consumi si traduce in una decelerazione del trend negativo delle vendite al dettaglio che, nel periodo luglio-settembre, hanno subito un calo dell’1,4% su base annua, contro il -2,0% del I semestre e il -2,8% dell’intero 2005. Continua a ridursi il volume d’affari degli esercizi specializzati (soprattutto le le piccole strutture commerciali), mentre si intensifica la ripresa delle vendite negli esercizi despecializzati (ipermercati, supermercati e grandi magazzini). Nell’ambito dei prodotti non alimentari, fortemente negativo è il bilancio delle vendite dei capi di abbigliamento e accessori (-3,1%); più orientato alla stazionarietà quello relativo ai prodotti per la casa e gli elettrodomestici (+0,2%) che, nell’ultimo anno e mezzo, hanno subito i maggiori regressi. Rallenta l’inflazione a livello locale Nei primi 10 mesi del 2006 il tasso di crescita dei prezzi al consumo per l’intera collettività rilevati nel comune capoluogo ha registrato una progressiva attenuazione, attestandosi – nello scorso mese di ottobre – all’1,5%, che rappresenta il livello più basso degli ultimi anni. I maggiori aumenti dei prezzi (tra gennaio e ottobre) hanno riguardato l’abitazione, acqua, elettricità e combustibili, per effetto dei rincari della bolletta energetica. Molto superiori alla media anche gli incrementi rilevati nel capitolo dei mobili e arredamento, dove l’inflazione viaggia a ritmi più che doppi rispetto a quelli nazionali (+3,7 contro +1,5%). Per contro, la dinamica dei prezzi è risultata quasi ferma per i prodotti dell’abbigliamento e calzature (+0,3%, contro il +1,3% della media nazionale) e addirittura negativa per i servizi sanitari (-0,3%) e per gli alberghi e pubblici esercizi (-0,7%). In attenuazione i fenomeni di mortalità aziendale Nel III trimestre dell’anno sono state 514 le iscrizioni di nuove imprese extra-agricole nell’apposito Registro delle Camere di Commercio lucane, quasi il 5% in meno rispetto allo stesso periodo del 2005; le imprese costrette a chiudere l’attività sono diminuite, invece, del 18%, attestandosi a 365 unità. Ciò ha determinato un aumento del saldo di nati-mortalità che è passato da +94 a +149 imprese, cui corrisponde un tasso di crescita della base imprenditoriale dello 0,36%, quasi “in linea” con la media nazionale (0,38%).

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