Ha raggiunto proporzioni epidemiche in tutto il mondo industrializzato. Fra i Paesi Europei, l’Italia ha il triste primato della prevalenza, in assoluto, di obesità in età pediatrica, con percentuali del 36% (i dati sono dell'International Obesity Task Force 2003). L'obesità infantile non è una malattia virtuale che scompare alla pubertà, ma una malattia cronica che persiste nel 70% dei casi nell'età adulta, Un corso di aggiornamento rivolto ai pediatri del territorio, per discutere di obesità infantile. Organizzato dalla U.O. di Pediatria dell’ospedale “Madonna delle Grazie”, e coordinato dalla dr.ssa Rosanna Taccardi, è articolato in tre appuntamenti, il primo dei quali si è già svolto, il 7 ottobre. Prossime lezioni, 25 novembre e 16 dicembre, nell'Aula didattica dell'ospedale, dalle ore 9 alle 13. “L’obesità infantile – spiega la docente, dr.ssa Taccardi – ha raggiunto proporzioni epidemiche in tutto il mondo industrializzato. Fra i Paesi Europei, l’Italia ha il triste primato della prevalenza, in assoluto, di obesità in età pediatrica, con percentuali del 36% (i dati sono dell'International Obesity Task Force 2003). L'obesità infantile non è una malattia virtuale che scompare alla pubertà, ma una malattia cronica che persiste nel 70% dei casi nell'età adulta, con il suo carico di rischio di malattie cardiovascolari, diabete tipo 2, malattie metaboliche, cancro, malattie epatiche e disturbi psicosociali”. Il 7 ottobre è iniziato il corso di aggiornamento per pediatri di base dell’Asl n.4: obiettivo, fornire loro gli strumenti per una diagnosi precoce dell'obesità infantile, al fine di prevenire la coepidemia di sindrome metabolica ed obesità in età adulta. “Scopo finale del corso di aggiornamento – precisa la dr.ssa Taccardi – è avviare una ricerca epidemiologica nella nostra Asl, con il contributo dei pediatri di base e con l'utilizzo di un programma informatico on-line, per cercare di definire, all'interno della nostra popolazione, sia la prevalenza del problema sia i fattori di rischio familiari ed ambientali, relativi allo “stile di vita” alimentare e motorio. Solo conoscendo l'epidemiologia locale, infatti, è possibile impegnarsi a realizzare interventi di salute pubblica efficaci per la prevenzione dei nuovi casi di obesità e per la corretta programmazione degli interventi assistenziali e dei bisogni di quelli che sono già obesi al fine di evitare le complicanze”.

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