Si torna a parlare di Lucana Calzature e di un non meglio precisato imprenditore che sarebbe interessato a rilevare lo stabilimento di Passo Colla. La notizia è trapelata nel corso delle assemblee coi lavoratori promosse nei giorni scorsi a Maratea e Lagonegro dalla Femca Cisl e dalla Cisl del Lagonegrese proprio per riprendere le fila di una vertenza che in molti danno per definitivamente archiviata. Non la pensano così il segretario generale della Femca lucana, Gerardo Casaletto, e il segretario della Cisl zonale, Nicola Labanca, che continuano a credere nella possibilità di dare un futuro ai lavoratori dell’ex calzaturificio marateota.
I due sindacalisti chiederanno nei prossimi giorni un incontro ai rappresentanti del Comune di Maratea (proprietario del suolo e della struttura) per avere ragguagli sull’identità del nuovo imprenditore e sul progetto industriale. Seconde le prime, frammentarie informazioni che circolano a Maratea e dintorni si parla di circa una settantina di posti di lavoro. “Noi siamo pronti a valutare ogni ipotesi concreta finalizzata a riaprire i cancelli di Passo Colla – commenta Casaletto – ma in questo momento vogliamo essere prudenti per non alimentare false aspettative, come troppe volte è accaduto in passato, non ultimo con il bando per la reindustrializzazione, un fallimento che non scagiona la Regione Basilicata, né la rende immune da responsabilità, poiché pochi o nessuno sono stati messi a conoscenza dell’opportunità del bando”.
Nel corso delle assemblee Casaletto e Labanca hanno annunciato che interesseranno della vicenda la stessa Cisl regionale con l’obiettivo di riaprire la vertenza e dare una speranza ai 290 operai, che al momento possono contare solo sulla mobilità in deroga.
Intanto, resta aperto il capitolo intossicazioni dopo le denunce di alcune ex operaie del calzaturificio che hanno lamentato disturbi di varia natura, forse imputabili ai prodotti e alle materie impiegate nelle lavorazioni delle calzature. “Sulla vicenda stiamo raccogliendo la documentazione necessaria insieme al nostro legale – annuncia Casaletto – e valuteremo sulla scorta delle testimonianze e delle prove documentali raccolte la strada da percorrere”.
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