Il consigliere del Pdl, in riferimento al problema dello smaltimento dei rifiuti nel potentino, parla di “accordo privo di logica amministrativa e di rigore tecnico”e, per tali ragioni, è molto probabilmente destinato a fallire prima ancora di nascere”.
“L’accordo raggiunto ieri in Regione per il superamento dell’emergenza rifiuti nell’area del Bacino Centro della Provincia di Potenza è privo di logica amministrativa e di rigore tecnico e, per tali ragioni, è molto probabilmente destinato a fallire prima ancora di nascere”. E’ quanto afferma il consigliere Napoli, secondo il quale “si tratta di un accordo rivo di logica amministrativa perché se è vero, come è vero, che l’ordinanza del Presidente della Giunta regionale n. 2 del 2010 è stata disattesa dai Comuni della Provincia di Matera (città di Matera e comune di Tricarico in testa) che hanno vietato l’ingresso dei rifiuti di Potenza e dei Comuni del comprensorio nelle discariche del materano, era un preciso dovere della Regione, e non dei Sindaci del potentino, prenderne atto e porvi rimedio”.
“Ciò che è accaduto, infatti, è che il Presidente della Regione ha emanato un’ordinanza contingibile ed urgente finalizzata al superamento di una condizione di criticità in campo ambientale nel potentino e i destinatari della stessa (gli impianti di smaltimento del materano) non hanno inteso attenersi alle disposizioni in essa contenute. A questo punto, logica avrebbe voluto che il Presidente della Regione, dopo aver preso atto dell’inutilità del proprio provvedimento, avesse convocato il Comune di Matera e quello di Tricarico, imponendo loro di rispettare il dispositivo dell’opgr e costringendo così i due Sindaci ad accettare i rifiuti provenienti dall’area Centro della Provincia di Potenza. E invece, nulla di tutto ciò. Il governatore della Regione ha semplicemente imposto la ‘pax romana’ ai capi rivali di Potenza e Matera, evitando così forzature ed inutili, ulteriori tensioni interne al Pd. Il problema è dei Sindaci del potentino e tocca loro risolverlo, ha pensato il governatore della Regione. Tant’è che i Sindaci, abbandonati al loro destino, ci hanno provato ed hanno messo in piedi una loro proposta. Facile immaginare a questo punto – continua Napoli – la gioia dei vertici regionali che, pressati dai 27 Sindaci del potentino e costretti, spalle al muro, a convocare l’incontro il giorno 8 novembre, piuttosto che essere inchiodati alle loro responsabilità, si sono visti inspiegabilmente sgravati dall’onere di individuare la soluzione proprio da coloro che, invece, l’avrebbero solo dovuta ascoltare. La logica amministrativa è stata ribaltata: la Regione non ha affatto governato il processo sul territorio, non ha perequato gli interessi delle due province, è stata passiva subendo soluzioni prospettate dal basso”.
“E’ poi interessante addentrarsi nel merito tecnico della proposta, per evidenziarne lo scarso rigore. Passi pure l’idea – sostiene Napoli – di utilizzare i volumi residui di una vasca destinata alle scorie dell’inceneritore di Potenza visto che questo, come è noto, non sembra aver alcuna fretta di produrne. E’ invece assai nebulosa la seconda parte della proposta. Non si comprende bene, ad esempio, se il recupero di volumetrie di discarica, grazie al fenomeno di assestamento cui spontaneamente vanno incontro i rifiuti, riguardi solo la discarica di Tito. Crediamo proprio di no. Se tutte le altre discariche della regione non sono ‘figlie di un Dio minore’, è logico immaginarsi che la proposta dei Sindaci del potentino abbia come effetto immediato la possibilità di disporre, su tutto il territorio regionale, e non solo su quello di Tito, di milioni di metri cubi di discariche. Appare evidente che l’emergenza non è superata”.
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