“Poco più di due mesi fa Ella, Presidente del Consiglio, è venuto in quest’Aula per chiedere la fiducia. L’Italia dei Valori cercò di spiegarle che, per il bene del Paese, era giunto il momento che Lei abbandonasse il bunker di Palazzo Chigi, passasse la mano e dichiarasse il fallimento della sua azione politica.
Sono passate solo poche settimane e ritorna ancora una volta, con la consueta faccia di bronzo, a richiedere la fiducia. E’ evidente che Ella è sprezzante della sacralità del Parlamento e del popolo italiano, ritiene che tutto sia una fiction, anche la vita e le sofferenze di questo Paese e degli italiani che, invece, sono reali. Repetita iuvant, Presidente, se non lo ha capito ancora noi dell’Idv glielo ripetiamo: lei se ne deve andare”. È quanto afferma il Capogruppo dell’Italia dei Valori in Senato, Felice Belisario, durante il suo intervento in Aula per ribadire la sfiducia al Governo Berlusconi. Rivolgendosi direttamente al premier, Belisario prosegue: “Ieri, ancora una volta, nel suo intervento ormai vecchio e impoverito da sedici anni di sciocchezze, bugie e falsità, ancora una volta ha rappresentato un’Italia che non c’è. I mezzi d’informazione e comunicazione, da quelli televisivi pubblici e privati, descrivono la nostra capitale come una città blindata. Addirittura vi sarebbe una zona rossa in cui migliaia di uomini presidiano il Parlamento. Ma Presidente, ci faccia il favore, non si copra di ridicolo, ma, soprattutto, non ci copra di ridicolo. Quando mai, a memoria della nostra democrazia nel giorno in cui il Governo chiede la fiducia intorno alla casa della democrazia, il Parlamento, viene steso un cordone di sicurezza? Lei sa, Presidente, che, parafrasando Cicerone ‘sta abusando della nostra pazienza’, ma soprattutto della pazienza degli italiani”. E qui viene apostrofato da un senatore leghista, che tenta di correggerlo dicendo: “Quello era Catilina…”; “Vedo che hai studiato”, gli risponde ironicamente Belisario, sottolineando implicitamente di aver citato la frase che è Cicerone a rivolgere a Catilina, non viceversa come erroneamente creduto dal parlamentare del Carroccio. “Lei, Presidente del Consiglio – prosegue Belisario – è ormai sfiduciato da un Paese in sciopero generale contro la sua politica che affama, degrada e corrompe la nostra società: studenti e docenti, magistrati ed avvocati, imprenditori e lavoratori, giornalisti, precari, forze dell’ordine, famiglie sempre più povere. E’ evidente che la crisi che attraversa l’Italia non è solo la crisi della politica, è piuttosto la crisi di un sistema che Lei ha minato dalle fondamenta. Lei è il più incredibile Presidente del Consiglio che sia esistito, da guinness dei primati. Lei ha sempre pensato che l’Italia sia come un’azienda, una delle sue aziende. Ma L’Italia, Presidente, è una nazione straordinaria che si governa con le azioni concrete, che si ama e non si compra. Già, comprare. Lei è il mandante politico della più grossa compravendita di parlamentari. I cambi di casacca, deprecabili e condannabili sempre perché in odio agli elettori, oggi sono favoriti dal suo entourage solo per fornirle qualche voto per consentire a Lei di sopravvivere politicamente. Non è nuova la mia espressione ma le chiedo: ha spiegato agli italiani a cosa serve l’accanimento terapeutico usato per tenere in vita un Governo che ha ormai un elettroencefalogramma piatto? Lei sa benissimo che, uscito da Palazzo Chigi, dovrebbe prendere la strada di Milano e farsi processare in un giudizio dall’esito già segnato perché, se i magheggi legislativi non l’avessero impedito, Lei sarebbe già stato condannato come il suo avvocato Mills, condannato con sentenza definitiva per corruzione. Lei vuole bene solo a se stesso e non importa se questo Paese va in malora, non importa nemmeno se le diplomazie che contano non si fidano di Lei, del suo colossale conflitto d’interessi. Per questo lei se ne deve andare, per restituire al Paese la serenità che continua a togliergli, il sorriso alle famiglie ormai senza speranza, il futuro ai giovani che vivono nell’incertezza. E poi, la smetta di dire che i conti pubblici sono in ordine, che non ha messo le mani nelle tasche degli italiani, che la spesa pubblica è diminuita. Negli anni in cui Lei ha governato, il debito pubblico è aumentato di 490 miliardi di euro, 8000 euro a testa. La bufala di meno tasse per tutti ci dice che la pressione fiscale è aumentata con i suoi governi passando dal 45, 4% al 47,2%, la spesa pubblica è ormai fuori controllo. Faccia un atto di resipiscenza operosa: salga al Colle e dica al Capo dello Stato ‘Ci ho provato, ho fallito, me ne vado’”. Così conclude il suo intervento il Presidente dei Senatori Idv Felice Belisario, tra i forti applausi degli esponenti di opposizione.
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