affidando all’Ufficio Internazionalizzazione, Ricerca Scientifica ed Innovazione Tecnologica del Dipartimento Attività Produttive gli adempimenti attuativi. Per l’importanza che la ricerca scientifica riveste in tutti i campi della conoscenza per lo sviluppo scientifico, tecnologico, economico, sociale, culturale ed ambientale, qualunque azione che protende al suo sostegno, alla sua crescita e miglioramento è positiva, sopratutto, quando si collabora con un Ente Pubblico di eccellenza quale il CNR, che è presente in Basilicata presso i plessi di proprietà regionale in Tito Scalo con tre istituti di ricerca: Metodologie per l’analisi ambientale (IMAA), Beni archeologici e monumentali (IBAM) e Metodologie inorganiche e dei plasmi (IMIP).
Proprio per l’importanza della ricerca nei vari rami dello scibile umano e della dote finanziaria pubblica investita, riteniamo utile conoscere oggi, a distanza di tre anni, nella imminenza della scadenza dell’accordo, come si è sviluppato in questi anni e quali risultati abbia prodotto. Anche perché, siamo i primi a ritenere che la ricerca vada incentivata e quindi bisogna valutare eventuali nuovi accordi. Per questo abbiamo depositato un’interrogazione chiedendo alla Giunta Regionale informazioni sui progetti attuati in collaborazione tra Regione Basilicata e CNR, con la copia delle relative convenzioni operative e delle relazioni annuali redatte del Comitato di Indirizzo Strategico. Vanno, inoltre, focalizzate le eventuali interazioni che si sono sviluppate, rispetto ai progetti finanziati, tra il CNR, gli enti pubblici ed il mondo dell’impresa, perché nei fatti la ricerca assume maggiore valore se trova anche applicazione pratica coinvolgendo il mondo produttivo. Più ricerca, maggiore innovazione, migliori prodotti, maggiore lavoro, un kit che speriamo sia stato innescato in questi anni, con il coinvolgimento di aziende lucane.
Nella convenzione era previsto anche il reclutamento di giovani ricercatori, fatto questo di estrema importanza considerando che la Basilicata è, con grave danno sociale, una regione colpita dalla nuova emigrazione che vede letteralmente fuggire le migliori risorse giovanili di elevato spessore culturale e professionale. Quindi, abbiamo chiesto anche informazioni in tal senso, su come si sia evoluto il reclutamento chiedendo oltre il numero delle convenzioni anche l’elenco dei giovani selezionati, il relativo curriculum professionale, la tipologia contrattuale, i termini anche economici, ed i criteri di selezione adottati. Nella speranza che, come non avviene nel “maniero di Viale Verrastro”, almeno al Consiglio Nazionale delle Ricerche si sia operato con i crismi della trasparenza e della meritocrazia, e che le “cattive abitudini” di chi ha elargito i 10 milioni di euro, non abbiano compromesso anche le menti della ricerca.
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