pollino_not_attCredo di avere in questi anni documentato e circostanziato casi di devastazione ambientale, di aver raccontato di siti di bonifica non bonificati, di un’agenzia regionale per l’ambiente che per oltre un anno e mezzo trattiene nei cassetti dati sull’inquinamento prodotto dall’inceneritore Fenice. Le trivelle e i centri oli lucani? Si estrae petrolio in una regione che è ricca di acque, in prossimità di dighe e sorgenti, di centri abitati e in zone a rischio frana, di aree agricole e di parchi nazionali.

Si trivella mettendo a rischio il bene più prezioso di cui l’umanità dispone: le nostre riserve di acqua dolce(e quanto farebbe bene poter discutere di bomba demografica). La regione Basilicata, tra il 1996 e il 1998, scopre che gli abitanti della Val d’Agri si ammalano di malattie respiratorie due volte di più rispetto agli abitanti del resto della regione. Chissà perché, caro Andrea, quello studio non ha avuto seguito. Per non parlare dei monitoraggi ambientali, che in questi anni sono stati a dir poco carenti e poco trasparenti. Certo, le compagnie petrolifere stanno vestendo in questi mesi il ruolo che fu di Mecenate, finanziando Film-spot e tornei di calcetto. La Ola in queste ore ha interrogato il Commissario all’ambiente Janez Potocnik sull’incidente che ha portato al ricovero di 20 operai della Elbe e sull’ampliamento del centro oli, che potrebbe rappresentare il presupposto al raddoppio dell’impatto ambientale delle attività estrattive sulle matrici acqua, terra ed aria. “Anime belle”, dici? Certo, come quelle di medici che onorano il giuramento di Ippocrate. Penso al dr. Mele, al dr. Laveglia, a Mazzeo Cicchetti. Tutti lì a raccontare che i cittadini della Val d’Agri si ammalano. E sia chiaro, quando parliamo di impatto sulla salute umana dell’inquinamento, non dobbiamo parlare solo di tumori – come ben sanno gli esponenti del Forum “Save Taranto” -, ma anche di malattie croniche e infiammatorie. Nell’edizione del 29 maggio 2011, il Quotidiano della Basilicata riferisce di un incontro tenutosi a Sant’Arcangelo. Il titolo è eloquente: “Petrolio e malattie da Sant’Arcangelo un monito alle istituzioni a lavorare insieme”. La potente Edf consegna un inceneritore da rottamare ad una Srl con capitale sociale da 50mila euro, e nessuno si chiede se tutto questo sia normale. Stiamo parlando dello stesso inceneritore che da troppo tempo è in attesa del rinnovo dell’AIA(Autorizzazione integrata ambientale). In Val Basento, l’area diaframmata, che i cittadini del luogo conoscono come “area confinata”, resta in attesa di bonifica, e intanto qualcuno vorrebbe destinarla a luogo dove installare pannelli solari. Sotto i veleni e sopra l’energia del sole. Un binomio interessante e molto italiano. E poi la Materit, le stalle chiuse dopo la fuga dei buoi(vedi vasca fosfogessi di Tito), gli allevatori che vivono a poche decine di metri dal centro oli e che chiudono i battenti, un ex presidente della Commissione bilancio della Camera che si fa eleggere consigliere comunale a Viggiano, lo sconto petrolio che suona beffa e presa per i fondelli, il monopartito lucano e i ladri di Pisa della partitocrazia. “Anime belle”, dici? No, semplicemente uomini e donne che vorrebbero veder applicata la convenzione di Aarhus, l’art. 3-ter del DLGS 4/2008, il principio del chi inquina paga, l’einaudiano diritto a conoscere per deliberare. L’organizzazione lucana ambientalista(Ola), riferendosi al Copam2011, non ha mancato di muovere critiche che condivido e sottoscrivo. Al tavolo con i pezzi grossi dell’Eni, della Regione e del Governo avrebbero potuto convenientemente sedere personaggi come Jeremy Rifkin e Carlo Rubbia o come Mario Tozzi e Maria Rita D’Orsogna. Avrebbero, ma ovviamente non sono stati invitati. Il dibattito doveva essere autoreferenziale, con qualche concessione alla platea dei dissidenti. Diamine, uno sparring partner è sempre utile: hai la possibilità di assestare pugni e dimostri pure di essere “democratico”.

Jeremy Rifkin e Carlo Rubbia, come è noto, sono convinti assertori della cosiddetta “terza rivoluzione industriale” e cioè di una crescita economica “sostenibile e responsabile”, che si otterrà percorrendo la strada delle energie rinnovabili, dell’autonomia energetica per ciascun edificio esistente, dello sviluppo della capacità di conservazione dell’idrogeno. “La terza rivoluzione industriale”, perché l’era dei combustibili fossili è giunta al tramonto, caro Di Consoli. Anche a Rifkin e a Rubbia vorresti dire che non prendono l’auto e l’aereo? E certo quello delle rinnovabili non può nemmeno diventare un fronte di mera speculazione. Su questo molto potrebbe raccontarti Elisabetta Zamparutti. Io stesso, qualche hanno fa, tirai fuori una interessante missiva indirizzata alla Fri-el Basilicata. Io non ho pregiudizi; non agisco sulla base di pregiudizi. Non si tratta di essere contro il petrolio o contro non so cosa. Faccio altre valutazioni. Sono un maledetto radicale che parla de “La peste italiana” e che prova con un manipolo di compagni a dar forza all’iniziativa nonviolenta che Marco Pannella conduce da 40 giorni per la democrazia, la legalità, la giustizia. Quel Marco Pannella che, con felice intuizione, parla del “dissesto idrogeologico, figlio del dissesto ideologico”. Quel Marco Pannella che invita a votare De Magistris e invita De Magistris a guardare tutto ciò che rappresenta un galantuomo come Aldo Loris Rossi. Quel Pannella, che afferma in una risposta ad Ernesto Caccavale: Carissimo Ernesto, per secoli – e oggi di nuovo – i boss delle supreme cupole mafiose e camorriste hanno sogghignato: «dateci le prove». Organizzazioni non solamente di base, «parastatalmente» antistatali, fino al maxi-processo di Palermo, cantavano vittoria e questa nenia «garantista». Ora, non ti rendi conto che contro il mostro de Magistris si mobilitarono, subito, cosca e camorra vincenti, al Potere, da Roma a Caltanissetta e Milano. E i boss ora come allora: «le prove!»”

Caro Andrea, un’ ultima cosa. Tu che hai capito e che parli “latinorum”, potresti spiegarci chi è destinato a vivere e chi a morire? Sai Andrea, ho colto nel tuo editoriale un messaggio che sto provando a decifrare, ma credo sia molto meglio chiedere una tua interpretazione autentica. Un caro saluto.

Maurizio Bolognetti, Direzione nazionale Radicali Italiani

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