Se si dovesse ritornare a votare per il rinnovo dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale di Basilicata, si consumerebbe uno degli atti politici più arroganti degli ultimi tempi e si commetterebbe uno sfregio permanente all’istituzione Consiglio. E’ infatti come dire che a partita giocata il risultato non piace a qualcuno e quindi va annullato e tutto deve ricominciare come se nulla fosse stato.
Certo in piena calciopoli, con tante partite truccate, cosa si vuole che sia che anche il Consiglio Regionale di Basilicata trucchi un risultato di una votazione, ipotizzando, per dare quel tanto di parvenza di legittimità, la modifica delle regole del gioco, neanche in corso d’opera, ma a tempo scaduto e meraviglie delle meraviglie rendendole di fatto retroattive.
Chi poi dovrebbe essere di fatto il garante della correttezza dell’operato del Consiglio, invece si rende arteficie per annullarne gli effetti, non memore che in ben altre circostanze è stato arteficie di risultati similari. Allora non vi fu la caccia all’untore, né si gridò allo scandalo, ma come si sa in questa regione vi sono più pesi e più misure, ciò che non cambia sono quelli che provvedono sempre a pesare e a misurare, sapendo che ancora in questa regione possono contare sulla non indignazione collettiva.
Ma dove è lo sfregio istituzionale? Lo sfregio è nella circostanza che questo Consiglio Regionale, che più volte ha abdigato alle proprie prerogative (leggasi nomine), rinunci autonomamente ad esercitare una propria prerogativa per assecondare accordi tra persone o meglio tra due gruppi politici e dar corso, a votazione avvenuta, di nuovo agli intrighi di corte, agli accordi sotto banco, prevaricando la volontà ed il ruolo del Consiglio e dei singoli Consiglieri, anche per loro non c’è il vincolo di mandato.
E poi l’aver impedito da parte del PDL il regolare svolgimento delle attività istituzionali nelle Commissioni Consiliari (in vero non è che se ne veda molto) è un’azione politica riprovevole perchè riduce il ruolo del Consiglio Regionale ad un vero e proprio mercimonio.
Le ultime elezioni amministrative unitamente allo svolgimento dei Referendum hanno lanciato un messagio politico, a mio avviso, forte e chiaro: non è più possibile rimarcare la distanza tra il sentire della gente e le forze politiche, aspettandosi che queste ultime in futuro ripristinino quel tanto di regole democratiche che ridiano dignità e credibilità alle istituzioni e guardino prevalentemente al bene comune, altrimenti la gente scende direttamente in campo per riprendersi gli spazi della decisione democratica.
Quindi il voler addomesticare il Consiglio regionale di Basilicata, come si vorrebbe fare con la rielezione dell’Ufficio di Presidenza, è cosa disdicevole ed inopportuna.
E perché mai poi il Consigliere Mollica, in una elezione liberamente espressa, dovrebbe, facendo per questo anche grande offesa a chi lo ha voluto, votandolo, nell’Ufficio di Presidenza, rassegnare le proprie dimissioni, essendo a legislazione vigente l’unica possibilità per sostituirlo?
Ma se ciò dovesse avvenire è lecito supporre che il mercimonio continua, forse più e peggio di prima.
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