A leggere i dati diffusi dall’Arpab sul monitoraggio ambientale dell’area in cui è ubicato l’inceneritore Fenice, verrebbe da chiedere non solo la chiusura e il sequestro dell’inceneritore, ma anche la chiusura della Procura della Repubblica di Melfi. Nel settembre del 2009, il procuratore Renato Arminio rispondeva alle domande poste dai radicali sul mancato sequestro del forno rotante dell’inceneritore, affermando che sarebbe stato da “irresponsabili” chiudere Fenice.
Dopo 4 anni di veleni che ininterrottamente sono finiti nella falda acquifera dell’Ofanto, e a circa 2 anni di distanza dalle fatidiche parole del dottor Arminio, mi chiedo se sia stato davvero un atto di responsabilità consentire il protrarsi delle attività di inquinamento e avvelenamento prodotte dall’inceneritore di proprietà della multinazionale francese Edf. Ieri, il mercurio e la trielina; oggi, l’arsenico, il nickel e il manganese. Fenice inquina dal 2007, e dico dal 2007, perché come ripetutamente denunciato risultano indisponibili i dati del quinquennio 2002-2006. Fenice inquina e il dottor Bruno Bove parla, nel corso di sedicenti focus, della “sindrome di nimby”. La verità è che la tutela dell’ambiente e della salute è stata subordinata ad interessi altri. Qui non parliamo del “non nel mio giardino”, ma di una vicenda fatta di dati nascosti, mancate comunicazioni, depistaggi e silenzi omertosi. Il tutto giocato sulla pelle dei cittadini del vulture-melfese, e forse non solo di quelli. A distanza di due anni reitero la richiesta: qualcuno fermi Fenice. Per il resto esprimo il mio placet alla proposta del Sindaco Valvano di un monitoraggio dell’inceneritore esercitato dal comune di Melfi. Può darsi che quattro occhi vedano meglio di due. E’ di certo sconcertante apprendere che inquinanti come l’Arsenico vengano monitorati dall’Arpa Basilicata, nell’area dell’inceneritore, solo dall’inizio del 2011.
Inceneritore Fenice, Bolognetti: Forse oltre a chiedere la chiusura di Fenice, bisognerebbe chiedere anche la chiusura della Procura della Repubblica di Melfi.
Di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani
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