”Non possiamo fidarci delle promesse da marinaio del Ministro Fitto e del Governo Berlusconi contenute nel Piano del Sud e tanto meno della reale disponibilità del fondo di 100 miliardi di euro che compaiono e scompaiono come per effetto di una bacchetta magica.
Per questo il Mezzogiorno è il vero banco di prova per il governo di centrodestra che continua ad essere succube della linea nordista della Lega di Bossi”. A sostenerlo è il capogruppo di Sel (Sinistra Ecologia e Libertà) al Consiglio regionale, Giannino Romaniello, il quale condivide l’analisi del Presidente De Filippo espressa di recente “non si può che diffidare dagli impegni teorici del Ministro Fitto”.
“Bene ha fatto il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, in occasione della cerimonia di inaugurazione della Fiera del Levante – dice l’esponente Sel – a rendersi interprete e portavoce delle legittime istanze meridionali e a rivendicare il reale e concreto protagonismo delle Regioni, ‘portavoce’ non solo delle istituzioni regionali del Sud e delle comunità meridionali rispetto all’attuazione di un Piano calato dall’alto. Il Mezzogiorno, da tempo, ha smesso di essere rappresentato da altri perché la sua classe dirigente ha dimostrato capacità di governo e soprattutto capacità di intercettare i bisogni popolari”.
“Adesso – continua il consigliere – si chiede di risolvere i problemi principali, partendo dalla dignità del lavoro, come è testimoniato dalla vicenda dei tre operai della Fiat di Melfi diventati ‘simbolo umano’ della contro-offensiva democratica all’attacco del padronato più intransigente rappresentato dai ‘falchi’ di Confindustria, e dal senso sociale che appartiene alla nuova questione meridionale”.
Per Romaniello “sono soprattutto le richieste di modernità e di legalità contro le mafie che hanno sferrato un nuovo attacco alle istituzione e soprattutto alla libertà, in particolare per quanto riguarda il futuro delle nuove generazioni, che sollecitano risposte adeguat
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