de filippo v“C’è una vecchia regola rispetto alla quale di un uomo pubblico ogni cosa è pubblica. E’ tuttavia possibile non infrangere questa regola contemperandola col principio del rispetto. Un principio che attiene l’immagine delle persone di cui si parla, ma, al tempo stesso, indica la qualità delle persone che parlano. Se quando, ormai mesi fa, è iniziata l’ennesima campagna di fango che mira a colpirmi nella persona, ho scelto di non reagire pubblicamente, ma di affidarmi ad una Procura della Repubblica,

 l’ho fatto solo perché non volevo che al danno principale originato da chi ha lanciato questa campagna si aggiungesse quello fatto dai soliti “maitre a penser” che per esercitare il loro senso critico etero diretto debbano discettare, aggiungere “se e ma”, lanciare sospetto. Per questo non sono disposto a tollerare ombre di valzer fuori casa o accuse di maschilismo. Le vicende che ho denunciato riguardano me, ma colpiscono anche tante donne (dalle mie congiunti ad altre) che ho il dovere di tutelare non perché io sia il “maschio”, ma perché pagano il prezzo di un attacco rivolto a me, vittime di quello che in gergo militare si chiama effetto collaterale.

Sulla scorta di questa considerazione, del dolore provato nell’intimo, delle precedenti e altrettanto dolorose vicende vissute, il mio atteggiamento non può essere che di rispetto verso chi si sente di essere incappato in meccanismi analoghi. Per questo ho grande rispetto per quanto sta vivendo l’assessore Restaino. Perché tanto che sia vero che è incappato nel complotto di qualche indegno abitante dei palazzi regionali, tanto che l’esistenza di quelli che qualcuno, anche a mezzo stampa, definisce “strani personaggi” sia frutto solo di dicerie (altrettanto calunniatorie e inquinanti ma infondate) che finiscono per incidere sulla serenità di un uomo già sottoposto alla prova di un momento difficile per i noti fatti, è giusto lasciare il tempo e la serenità all’interessato per riflettere e agire. E ad agire, in modo inequivoco, l’ho invitato pubblicamente, nel corso della direzione del partito, contro gli uni o contro gli altri, ma senza doversi sentire obbligato a mettere panni in piazza. Perché anche la stampa deve chiedere trasparenza (e quel dibattito è stato pubblico) ma non può pretendere di sostituirsi ai Tribunali nell’emettere giudizi e alle Questure nel raccogliere denunce.

Una cosa è la Giustizia, una cosa è l’informazione. E una cosa ancora diversa è la politica. Queste vicende non possono e non devono influenzare le scelte della politica e, garantisco, non lo faranno. Il modo per proseguire quanto più efficacemente nell’azione di governo della Basilicata deve essere oggetto di altre valutazioni, nell’interesse dei cittadini, a partire dalla necessaria concordia e concertazione, alle base delle quali c’è necessariamente la serenità. E chi, volutamente, furbamente e subdolamente, la inquina va condannato in tutti i modi in cui è possibile”.

Dichiarazione del Presidente della Regione Vito De Filippo

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