la tanto attesa relazione, in consiglio regionale, del Presidente De Filippo si è rivelata come il classico parto della montagna che dà alla luce un minuscolo e deludente topolino. Mesi e mesi di crisi nella maggioranza, di paralisi politica, dibattiti, discussioni, fiumi di parole per sentir dire dal Presidente che in Basilicata tutto va bene e che bisogna continuare a percorrere il cammino già intrapreso.

Tante vane parole, nessuna proposta, nessuna spiegazione del fallimento politico del governo regionale come nessun riferimento diretto alla defenestrazione della Gentile ed all’autentica decapitazione di Restaino, solo un sussurrato ringraziamento per il lavoro svolto.

In verità, ci aspettavamo di più, pensavamo, quantomeno, che De Filippo sentisse l’obbligo morale di spiegare alla Basilicata le cause, i motivi alla base di una siffatta grave e prolungata crisi di governo. Nulla di tutto solo proclami che hanno provocato una profonda delusione soprattutto nei confronti dell’uomo che, evidentemente, vive un momento, abbastanza prolungato, di delirio di onnipotenza derivante dalla errata convinzione che la nostra regione sia una monarchia assoluta, in cui il monarca è libero da ogni controllo e, quindi, al di sopra di ogni regola.

Siamo al cospetto di un novello Luigi XIV che, circondato, adulato, osannato dalla sua corte ritiene di essere il Re Sole della Basilicata e, di conseguenza, l’astro privato che illumina, con la sua saggezza, la sua generosità e la sua lungimiranza l’intera regione.

Sbaglia De Filippo, continua a sbagliare il Presidente soprattutto nel non rendersi conto che la Basilicata è spenta, non illuminata, annaspa, è da tempo in recessione economica, ha il più alto numero di famiglie povere, di disoccupati, di emigrati, di emarginati.

Non è la mia una visione, come più volte sarcasticamente ha affermato il monarca, catastrofica della realtà regionale, (magari!), è, purtroppo, la semplice lettura dei dati che vengono pubblicati da Istituti, Società deputati ad analizzare l’andamento dell’economia mondiale, nazionale e regionale.

Piaccia o no al Re Sole, i dati ufficiali contrastano pesantemente con le adulazioni e con le rassicurazioni che gli pervengono dalla sua corte, la realtà è ben diversa da quella che intravede dalla sua lontana Versailles.

Non può continuare a dire, convintamente, De Filippo, e questo ci preoccupa seriamente, che la Basilicata gode di buona salute solo perché raccoglie lusinghieri attestati da qualche giornale notoriamente di sinistra come la “repubblica”, le cose

sono ben diverse e trovano conferma nei titoli allarmanti degli organi di informazione lucani che, proprio il 14 febbraio giorno della relazione Regale, parlavano di “Profondo abisso lucano”.

Io penso e lo ribadisco che il problema fondamentale è costituito dalla mancanza di progettualità della sinistra lucana oramai fortemente legata a superate visioni della politica.

Oggi, si esterna soddisfazione per la proroga della cassa integrazione, sino a giugno prossimo, concessa agli oltre 300 operai della Nicoletti.

Questo non risolve il problema che, al contrario in assenza di politiche serie, si ripresenterà in maniera più deflagrante fra pochi mesi ed ai 300 operai del salotto si aggiungeranno tutti gli altri, non soltanto quelli dell’industria ma anche quelli di tutto il sistema produttivo lucano che riesce a sopravvivere proprio grazie agli interventi statali.

Dobbiamo accontentarci di questo?

Personalmente credo che la politica lucana, a differenza di quello che afferma De Filippo, debba cambiare strada. Deve partire da un’attenta analisi dello status quo e lanciare, anche in maniera condivisa con tutti i partiti, un nuovo modello di sviluppo che partendo dalle enormi potenzialità della regione, percorrendo una reale e seria razionalizzazione della spesa pubblica, arrivi a sostenere, con le risorse derivanti, seriamente il mondo della produzione, partendo dall’agricoltura.

Più volte e soprattutto in occasione delle discussioni sui dispositivi di programmazione economica, ho fatto proposte al governo regionale per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Ma queste, senza nessuna spiegazione e con l’arroganza di sempre, sono state rigettate nonostante fossero sostenute da adeguata copertura finanziaria. Più volte ho invitato De Filippo ad intervenire, come accade in altre parti d’Italia, sulla leva fiscale regionale, vedasi IRAP, al fine di favorire l’afflusso di capitali nella nostra Basilicata ma, come al solito, gli inviti sono stati, neanche elegantemente, glissati. Ho cercato di spiegare che è un grave errore insistere nel discutere di un piano sanitario nuovo sulla carta ma vecchio e dannoso nella realtà. In quest’ultimo caso neanche una risposta.

Tante volte abbiamo, noi del PDL, cercato di dare un nostro contributo per il bene della Basilicata ma, come la storia ci insegna, il Sole è un astro che si autoalimenta ed il Sole di Basilicata autoalimenta se stesso e la sua corte dimenticandosi del popolo affamato.

Caro Presidente De Filippo, noi del PDL continueremo a fare la nostra parte, con alto senso di responsabilità, cercando di farLe invertire la rotta per il bene della Basilicata, ma ricordi che noi avversiamo fortemente e convintamente le monarchie, soprattutto quelle assolute.

Caro De Filippo si vuol rendere conto che in assenza di un profondo cambiamento la Basilicata è a rischio rivoluzione, rivoluzione sociale?

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