“E’ eccessivo invocare una vera e propria questione meridionale della sanità, ma è innegabile che esistono divergenze nell’offerta di servizi sanitari tra le Regioni del Mezzogiorno e le Regioni più evolute d’Europa che richiedono l’allestimento di programmi di intervento per innescare invece una traiettoria di convergenza ed affermare pienamente ed ovunque i principi di assistenza del Servizio Sanitario Nazionale”.
E’ quanto ha detto l’assessore regionale alla Sanità, Antonio Potenza, in occasione del Convegno nazionale dell’Associazione Medici Dirigenti Anaao –Assomed che si tiene oggi a Napoli. “Il dibattito in corso – ha aggiunto Potenza – pone evidentemente in nuova luce il tema di un collegamento tra l’impostazione dei servizi alla persona attinenti la sfera della salute e la tematica più ampia dell’esistenza delle necessarie condizioni per il pieno godimento dei diritti di cittadinanza sociale affermati dall’ordinamento nazionale ed europeo. Infatti, se da un lato si pone il problema dell’efficacia del sistema pattizio costruito nel tempo tra Stato e Regioni per il finanziamento della spesa sanitaria rispetto ad una gamma predefinita di Livelli essenziali dell’assistenza, dall’altro si pone la questione di come assicurare la omogeneità tra sistemi sanitari regionali evidentemente differenziati e con capacità di avanzamento diverse. Sebbene sia evidente che una capacità di investimento pubblico in ambito sanitario – ha osservato Potenza – è esigenza comune ed imprescindibile di tutte le Regioni italiane, per la sanità delle Regioni del Sud la criticità assume tratti di particolare emergenza in quanto la combinazione di carenze ed inefficienze si traduce in conseguenze paradossali per cui i cittadini delle Regioni del Sud pagano di più e ricevono di meno, soprattutto in presenza dei segnalati eventi catastrofici quali l’insorgenza di patologie gravi che finiscono per indurre le famiglie meridionali appartenenti ad un tessuto economicamente debole, ancorché fortunatamente spesso solido sotto l’aspetto sociale, oltre la soglia di povertà”. Una possibilità concreta per agire contemporaneamente su tali fronti – secondo Potenza – “è offerta alle Regioni del Mezzogiorno dal Progetto speciale “Salute Mezzogiorno” approvato dal CIPE il 21 dicembre scorso a valere sui fondi FAS associati al Quadro Strategico Nazionale, che mette a disposizione una somma iniziale considerevole di 1,5 miliardi di Euro per affrontare le problematiche dell’accelerazione della convergenza e della competitività dei Sistemi sanitari regionali e delle filiere produttive connesse delle Regioni del Mezzogiorno”. “In tale sfida – ha ammonito l’assessore Potenza – occorre che ogni Regione concorra attivamente e responsabilmente, rendendo pienamente fruibile il grande patrimonio di eccellenze di cui ogni Regione dispone. In ciò la Basilicata è disponibile e pronta a condividere l’impegno della progettazione interregionale ed a mettere in rete le numerose esperienze maturate, sia sotto l’aspetto degli strumenti della società dell’informazione e delle metodiche di integrazione socio-sanitaria sul territorio che sotto l’aspetto più prettamente sanitario in tema di rete oncologica, cardiochirurgia, neuroscienze, trapianti, disfunzioni endocrino-metaboliche e disturbi dei comportamenti alimentari, ed altro ancora. Come anche è disponibile per la concretizzazione della gamma di interventi riguardanti il rafforzamento delle capacità competitive del sistema produttivo e delle risorse umane. E’ d’obbligo quindi – ha concluso Potenza – l’auspicio di una celere attivazione degli strumenti attuativi del Progetto Salute, e, con l’aiuto del Ministero della Salute, di un avvio rapido del confronto nel merito della progettazione interregionale e quindi dell’allestimento con la gradualità necessaria delle azioni di impostazione di una rete meridionale di servizi sanitari”.
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