PRESENTAZIONE LIBRO “LA COLPA DI OTTAVIA”SABATO 17 DICEMBRE 2011 ORE 18.30SALA EVENTI – CESTRIM ONLUS – POTENZA

Che fine ha fatto Ottavia De Luise, la bambina scomparsa nel 1975?Il “viggianese” poteva essere l’unico sospettato? Sono state seguitedavvero tutte le piste?O forse le indagini sono state approssimate perchè Ottavia era “unapoco di buono” e quindi indegna di sforzi investigativi?A queste domande rispondono i giornalisti Fabio Amendolara ed EmanuelaFerrara nel loro libro “La colpa di Ottavia – controinchiesta sullamisteriosa scomparsa della bambina di Montemurro”, che saràpresentatosabato 17 dicembre, alle ore 18.30, nella Sala eventi del CestrimOnlus (Via Appia, 244, Rione Betlemme, Potenza).Saranno presenti, oltre agli autori, Settimio De Luise, il fratello diOttavia, Anna Maria Palermo, referente in Basilicatadell’associazioneLibera e don Marcello Cozzi dell’ufficio di presidenza nazionale di“Libera. Nomi, numeri e associazioni contro le mafie”.Anna Maria Palermo – Referente regionale Libera BasilicataLa tragica storia di Ottavia, scomparsa nel nulla a Montemurro nel1975, potrebbe sembrare lontana: sono passati troppi anni e il suomondo, paese dell’entroterra lucano, arretrato, isolato, fissato persempre nel tempo, ci appare distante, sbiadito come la vecchia fotoche la ritrae, unica traccia rimasta di quella vita spezzata.Eppure il libro di Fabio Amendolara ed Emanuela Ferrara, con sobrietàed efficacia, ci permette di riattraversare quella vicenda, facendociavvertire tutta l’attualità del dolore e degli interrogativi cheimpietosamente ci pone. Una storia che inquieta le nostre coscienze,dalle troppe domande senza risposta, simile in questo alle tante altrestorie di ordinaria violenza avvenute in questa nostra terra.Una giovane donna, ancora bambina. Derubata nella sua spensieratezza.Usata, violata. Giudicata dentro stereotipi arcaici. Privata dellavita.Ottavia ci interroga e mina l’illusorio pensiero che storie così,oggi, non potrebbero accadere. Il mondo è cambiato, è vero, ed anche ipiù isolati villaggi hanno acquisito le nuove consuetudini del mondoglobale.Eppure, la violenza contro le donne non accenna a diminuire e sembranon avere tempo né confini; non conosce nemmeno differenzesocio-culturali, vittime ed aggressori appartengono a tutte le classisociali. I casi di femminicidio hanno una crescita annuale costante egli stereotipi mediatici ripropongono figure di donne abissalmentelontane da quell’aspirazione di libertà che, proprio al tempo dellastoria di Ottavia, sembrava a molte di noi così a portata di mano.Ottavia continua a interrogarci sul mondo com’era e com’è. Esoprattutto ci pone di fronte alla responsabilità di un futuro didignità e di libertà ancora tutto da costruire.Don Marcello Cozzi – Ufficio di presidenza nazionale “Libera. Nomi,numeri e associazioni contro le mafie”“Qualcuno ha mentito nel 1975. E quelle menzogne raccolte nei verbalidell’epoca, sono evidenti”. É uno dei passaggi più chiari e piùfortidel libro-inchiesta che Fabio Amendolara ed Emanuela Ferrara dedicanoa Ottavia De Luise, la bambina di 12 anni scomparsa a Montemurro il 12maggio 1975.Un libro che ci lascia con un diffuso senso di amarezza perché ciinduce a chiederci non solo se nell’immediatezza dei fatti furonoseguite davvero tutte le piste, ma soprattutto se, all’indomanidellariapertura del caso, non ci si è soffermati tutti in maniera tropposemplicistica sulle piste di sempre, quelle cioè che non hanno maiportato a niente.Ed invece l’inchiesta di Amendolara e Ferrara dischiude dinanzi anoiscenari sconosciuti e per questo impensabili.Ecco perchè ringraziamo gli autori per questo lavoro e perchè per noiè fondamentale averlo fra le mani: perché ci si conferma ancora unavolta nell’idea che le verità delle tante storie insolute di questaregione spesso sono sotto i nostri occhi, si tratta solo diapprofondirli con caparbietà e determinazione, senza mai arrendersi. Eche la verità merita di essere cercata anche se bisogna aspettare 36anni per conoscerla, come nel caso di Ottavia.Si restituisca dignità a questa bambina strappata troppo spesso allaprimavera della vita; riposino finalmente in pace i suoi resti nelcimitero di Montemurro, si scriva il suo nome e si metta finalmenteuna sua foto su quella lapide; si dia la possibilità alla sua famigliae a quanti le hanno voluto bene di portarle un fiore e si aiuti labella comunità di Montemurro a cancellare per sempre una brutta paginadella propria storia.Ingresso aperto e gratuito

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