Un vaccino per proteggere il cuore dall’infarto? Gli scienziati hanno fatto un importante passo avanti nella prevenzione delle malattie cardiache dopo aver sviluppato un vaccino che riduce drasticamente il grasso nelle arterie.
Un vaccino contenuto in una iniezione o spray nasale per prevenire l’infarto potrebbe essere disponibile entro cinque anni. Gli scienziati hanno scoperto che il farmaco stimola il sistema immunitario a produrre anticorpi per prevenire le malattie cardiache interrompendo il deposito di grassi nelle arterie.
E’ la prima volta che la la scienza ha fatto un importante passo avanti nella prevenzione delle malattie cardiache ed in particolare per prevenire l’infarto. I trattamenti attuali si concentrano sull’uso di farmaci per ridurre i livelli di colesterolo e la pressione sanguigna. Una scoperta importante dato che le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte in Italia che provocano un terzo dei decessi; 242mila ogni anno e molti muoiono mentre potrebbero essere salvati. Infatti se si riconoscono tempestivamente i sintomi e si interviene rapidamente, la maggior parte degli infarti non è letale. Ci sono 1.500.000 di persone con malattie cardiache già affetti da cardiopatia ischemica e oltre 1.150.000 i ricoveri annuali sempre per queste patologie. I loro costi di trattamento per il sistema sanitario italiano sono di 16.848 miliardi di euro l’anno mentre incidono all’economia dell’EU per circa € 169 miliardi/anno.
Secondo i test da parte dei ricercatori dell’Università di Lund in Svezia il vaccino può ridurre l’accumulo di grasso nelle arterie fino al 70%. I depositi di grasso causano il restringimento delle arterie, stressando il corpo che deve lavorare di più per pompare il sangue, e questo sforzo può portare a un attacco di cuore.
Il farmaco, che può essere somministrato mediante iniezione o spray nasale, potrebbe essere disponibile entro cinque anni. Questo trattamento funziona stimolando il sistema immunitario dell’organismo a produrre anticorpi per ridurre l’accumulo.
Lo ha riferito il Prof Peter Weissberg al congresso sulla “Cardio Vascular Biology “ che si è tenuto presso l’Imperial College di Londra.
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