chiesa_papasidero_1Non ci piacciono assolutamente le polemiche sterili che non portano a nulla, siamo convinti al contrario che il dialogo democratico con le Istituzioni, quelle però che rispondono realmente ai cittadini, sia la vera strada percorribile per il recupero del santuario di S. Maria di Costantinopoli a Papasidero, recupero che ci sembra assolutamente possibile e doveroso all’indomani dell’abbattimento dell’ecomostro di Copanello, annunziato come un chiaro segnale dell’intenzione della regione Calabria di contrastare l’abuso di cemento effettuato a discapito del paesaggio calabrese, anche confortati dalle parole del sindaco di Papasidero che in uno dei suoi ultimi comunicati stampa definisce assolutamente “reversibili” gli interventi subiti dal sito in oggetto. Speriamo che si dimostri presto nei fatti l’intenzione di fare finalmente qualcosa per il luogo di culto papasiderese animati dall’amore e dal rispetto del bello e dell’antico riportando il campanile alla colorazione realmente attestata dalla memoria storica del monumento, rimuovendo materiali inopportuni ed indecorosi dalla rupe e, una volta effettuati gli opportuni interventi di ingegneria naturalistica, ponendo a dimora piante della macchia mediterranea tra gli anfratti della roccia da svuotare del materiale sintetico presente, laddove crescevano un tempo gli alberi presenti nell’abbondante documentazione fotografica relativa, alberi che andavano rispettati e non rimossi brutalmente, sepolti dal cemento o soffocati da resine sintetiche anche in considerazione del fatto che si parla di un Sito di Interesse Comunitario (UE) oltre che Zona di Protezione Speciale, Riserva naturale orientata dello Stato “Valle del Fiume Lao” e, se vale ancora qualcosa, di uno dei simboli più belli del Parco Nazionale del Pollino dove tagliare anche solo un cespuglio senza le giuste autorizzazioni e valutazioni ad un comune cittadino può costare molto caro.

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