Cresce l’attenzione sull’Aglianico del Vulture. Anche “De Vinis”, la rivista ufficiale dell’Ais, l’Associazione italiana dei sommelier, nel numero di marzo ha dedicato un ampio servizio al vino lucano. Il vitigno “antichissimo e nobile” (l’Ellenicum fu importato dai coloni greci nel Sud Italia) nel Vulture, terra vulcanica fertile e ricca di elementi minerali, ha trovato l’ambiente più favorevole ad esaltarne i caratteristici acini dal colore blu intenso e il gusto “suadente” del vino lucano più famoso, doc dal 1971. L’articolo è per gli addetti ai lavori, cui fornisce tutte le informazioni necessarie a esperti del settore, ed è corredato da una scheda tecnica descrittiva di dieci vini provenienti da altrettante cantine del Vulture. “L’elevata qualità raggiunta dalla produzione dell’Aglianico e dei vini lucani in generale, soprattutto nell’ultimo decennio – scrive la rivista “De Vinis” – è stata determinata da una maggiore cura in vigna, dal recupero di antichi vigneti, da una riduzione globale delle rese d’uva per ettaro, e da un’applicazione costante e mirata per migliorare le tecniche di cantina, in sintesi dalla passione e dalle capacità imprenditoriali di molti produttori”. “Il giudizio di una stampa così qualificata, soprattutto alla vigilia della prestigiosa rassegna Vinitaly, dove la Basilicata conferma ancora una volta la sua partecipazione con uno stand di aziende altamente rappresentative – commenta l’assessore all’Agricoltura, Gaetano Fierro – ci dà ragione degli sforzi sostenuti in questi anni sia per riqualificare i vigneti che per sostenere la commercializzazione dei vini lucani. I risultati finora raggiunti sono soddisfacenti, ma continueremo, d’intesa con i produttori e le organizzazioni, sulla strada intrapresa per consolidare l’elevata qualità e il posizionamento dell’Aglianico del Vulture tra i prodotti di nicchia del mercato”. Un notevole spazio sulla rivista è riservato anche al territorio, con cenni sulla sua storia enologica, sulla morfologia del monte Vulture, ma anche sulle tradizioni gastronomiche dell’area.
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