Le famiglie lucane, nel 2008, hanno speso in media 1.000 euro in meno di quelle venete, 573 euro in meno di quelle italiane (in media) e 40 in meno di quelle meridionali.

La stretta dei consumi è stata fortemente condizionata da un’accelerazione dell’inflazione, che ha prodotto un rincaro dei generi di prima necessità costringendo a rinviare l’acquisto di beni durevoli. E’ questo il dato di sintesi che emerge dal “focus” elaborato dall’Osservatorio Regionale sui prezzi al consumo in base all’ultima indagine Istat (realizzata su un campione di circa 25.000 famiglie in Italia, oltre 700 delle quali lucane).“Alla luce di questi dati – commentano l’assessore alle Attività Produttive Gennaro Straziuso e il presidente di Unioncamere Basilicata, Pasquale Lamorte – assume ancora maggiore rilevanza la frenata dell’inflazione registrata nel primo semestre del 2009, come evidenziato qualche giorno fa dall’Osservatorio sui Prezzi al consumo. Per le famiglie lucane, fortemente condizionate dalla crisi in atto negli ultimi due anni, potrebbe trattarsi di una prima, salutare boccata di ossigeno”.La flessione complessiva del 4,9 per cento registrata nel 2008 – si legge in una nota della Cciaa di Potenza – è il risultato dell’effetto congiunto di una riduzione della spesa corrente e di una marcata accelerazione dell’inflazione.
Le famiglie, già in difficoltà nel mantenere invariato il budget da destinare ai consumi, hanno subìto, quindi, anche una perdita significativa di potere d’acquisto, che ha ulteriormente depresso la loro capacità di spesa. I maggiori rincari hanno interessato le voci di spesa più importanti per il bilancio familiare e meno facilmente comprimibili: dai generi alimentari alle bollette energetiche, ai trasporti. Si è stati costretti a “tagliare” o rinviare gli acquisti di altre tipologie di prodotti, soprattutto beni durevoli (mobili, elettrodomestici, auto), beni e servizi per l’igiene personale, servizi per la manutenzione della casa. Variazioni negative si segnalano anche per le spese per l’abitazione, i servizi del tempo libero e la cultura, le comunicazioni ed i tabacchi. Per contro, le famiglie lucane hanno aumentato la spesa per i prodotti dell’abbigliamento e calzature – grazie anche al sostanziale blocco dei prezzi – e per i servizi sanitari e l’istruzione.
Secondo i dati Osservatorio Findomestic (che confermano sostanzialmente quelli Istat) nel 2008 ogni famiglia lucana ha speso, in media, 1.919 Euro, 788 Euro in meno di quanto speso da una famiglia italiana. Particolarmente penalizzati gli acquisti di auto nuove e di elettrodomestici. Una certa “tenuta” ha caratterizzato, invece, il mercato dell’informatica e dei mobili, dove la riduzione della spesa si è attestata intorno all’1 per cento. Nell’informatica, tuttavia, ogni famiglia lucana spende mediamente ancora circa la metà rispetto alle famiglie italiane.

Il Focus, integrato nell’elaborazione dei dati sull’inflazione del primo semestre 2009, è visualizzabile su www.bas.camcom.it.
 

 381 totale visualizzazioni,  4 oggi