parmalat_1Ancora ombre sul piano industriale Il leader della Fai-Cisl lucana Lapadula chiede lumi alla Vicenzi sul piano industriale degli stabilimenti ex Parmalat e auspica la convocazione di un tavolo di confronto ministeriale per fare chiarezza  “Che fine ha fatto il piano industriale della Vicenzi?”. A chiederselo è il segretario generale della Fai-Cisl Basilicata, Antonio Lapadula, che domani (venerdì 9 febbraio) alle 13 sarà ad Atella per una assemblea sindacale con i lavoratori dello stabilimento Vicenzi di Vitalba. Al centro del dibattito la bozza del nuovo contratto di categoria, che in queste settimane è al vaglio dei lavoratori del comparto agroalimentare, ma soprattutto gli interrogativi (tanti) sul destino dello stabilimento lucano ex Parmalat a più di un anno dal passaggio di consegne al gruppo veronese. “Del rilancio promesso a fine 2005 – commenta Lapadula – neanche l'ombra e intanto i lavoratori continuano a sobbarcarsi l'onere della cassa integrazione a settimane alterne nella più totale incertezza sul proprio futuro occupazionale. È arrivato il momento di sbloccare la partita e mettere in chiaro tempi e modi del piano di rilancio industriale che interessa i quattro stabilimenti Mister Day ereditati dalla fallimentare gestione Tanzi”. Per questo la Fai-Cisl, insieme alle altre sigle di categoria, chiede da tempo la convocazione di un tavolo di confronto nazionale con il gruppo di San Giovanni Lupatoto. “L'incaglio – spiega Lapadula – è nella volontà della Vicenzi di tenere fuori dal coordinamento nazionale gli stabilimenti storici del gruppo e limitare il tavolo ai siti ex Parmalat di Atella, Nusco, Bovolone e Lurate. Una posizione che il sindacato considera illogica visto che gli stabilimenti vecchi e nuovi fanno ormai capo ad un unico gruppo industriale. Il coordinamento unico di gruppo sarebbe inoltre per noi una garanzia ulteriore sul mantenimento degli impegni assunti a suo tempo dalla Vicenzi sia sul mantenimento dei livelli occupazionali che sul rilancio del sito produttivo di Atella con la sua trasformazione in centro logistico e di distribuzione dei prodotti da forno per il Sud Italia”. “Sugli impegni sottoscritti – promette Lapadula – non arretreremo di un millimetro e per questo abbiamo chiesto al ministro Bersani la convocazione di un tavolo di confronto con l'azienda, perché non possiamo correre il rischio che, senza colpo ferire, scaduti i termini dell'accordo del novembre 2005, il gruppo alimentare faccia scelte non concordate e condivise sulla testa degli ignari lavoratori”.

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