Fiat, produzione a rischio con i 15 turni Secondo Nino Falotico e Antonio Zenga c'è il rischio di una riduzione della produzione. Cisl e Fim chiedono un incontro con azienda e governo per affrontare il futuro dello stabilimento di Melfi Potenza,
Cisl e Fim-Cisl Basilicata lanciano l'allarme sul rischio di una ulteriore riduzione della produzione nello stabilimento Fiat di Melfi. Nino Falotico e Antonio Zenga, rispettivamente leader della Cisl e segretario generale della Fim, si dicono preoccupati per “le indiscrezioni che da giorni serpeggiano circa la volontà di articolare la produzione della Punto su 15 turni con la conseguente riduzione dei volumi produttivi, così come è puntualmente accaduto nel 1994 allorquando, benché si producessero due modelli (Punto e Ypsilon), si passò da 18 a 15 turni per evitare la cassa integrazione”. Falotico e Zenga ricordano che “318 lavoratori interinali dal 1 ottobre 2006 sono senza lavoro e che il previsto rientro a partire da marzo annunciato dalla stessa Fiat è rimasto lettera morta nonostante le sollecitazioni della Fim e dalle altre sigle di categoria”. I leader lucani di Cisl e Fim si chiedono “quale ruolo stanno recitando le istituzioni locali, anche in relazione alle risorse finanziare impegnate (12,5 milioni di euro dei fondi Fas) per la realizzazione di un progetto di ricerca, i cui contorni non sono ancora comprensibili”. “Probabilmente – proseguono Falotico e Zenga – vanno rivisitati anche errori commessi negli anni passati. In ogni caso nell'incontro del 15 dicembre 2006, dove l'azienda ha presentato alle organizzazioni sindacali il nuovo piano industriale, si evidenziò che lo stabilimento di Melfi era il più competitivo del gruppo Fiat, sia sul versante dei costi che della produttività e soprattutto della qualità”. Falotico e Zenga ribadiscono “che l'allocazione delle produzioni future si gioca prevalentemente sul rafforzamento ulteriore della competitività degli stabilimenti a partire da Melfi. Riteniamo pertanto che vadano messe in campo delle iniziative preventive, a partire dalle istituzioni locali, e noi pensiamo che, unitamente alle altre organizzazioni sindacali, bisogna attivarsi tempestivamente per un incontro, anche con il governo nazionale, al fine di affrontare i rischi insiti nelle nuove alleanze internazionali del gruppo, in particolare quella con la indiana Tata, che potrebbe comportare il trasferimento della produzione di alcune motorizzazioni e modelli della stessa Punto”.
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