Fiat-Chrysler: la Fim Cisl chiede chiarezza Per il leader della Fim regionale Zenga l’alleanza con Chrysler può aprire prospettive interessanti per la Fiat. Scetticismo invece sulla ventilata riduzione della Cig alla Sata di Melfi

 "L’ipotesi di accordo tra Fiat e Chrysler apre prospettive interessanti, ma vogliamo vederci chiaro sulle ricadute che l’alleanza potrebbe determinare sugli stabilimenti italiani". È un’apertura di credito condizionata quella del segretario generale della Fim Cisl Basilicata, Antonio Zenga, all’alleanza strategica tra il Lingotto e il colosso automobilistico americano.

"Sappiamo che la situazione finanziaria della Chrysler non è eccellente, ma anche che la via delle grandi alleanze internazionali è
ormai un percorso praticamente obbligato, come ha riconosciuto recentemente lo stesso Marchionne. Al momento dell’intesa conosciamo le cronache e le interpretazioni giornalistiche – prosegue Zenga – ma non abbiamo comunicazioni ufficiali da parte dell’azienda. Per questo è il caso che Fiat faccia al più presto chiarezza sia sugli aspetti finanziari dell’operazione sia sugli aspetti propriamente industriali dell’accordo coinvolgendo ed informando tempestivamente le parti sociali. Vogliamo inoltre capire quali saranno le possibili ricadute sulla Sata di Melfi e come cambieranno, se cambieranno, i piani della casa torinese. Sicuramente nella scelta di Fiat di investire in una partnership strategica con Chrysler – osserva Zenga – ha pesato anche la risolutezza con la quale il governo americano ha stanziato ingenti risorse a sostegno del settore automobilistico, al contrariamo del
sostanziale immobilismo del governo italiano".

Zenga interviene anche sulle voci circolate nei giorni scorsi di una presunta riduzione delle settimane di cassa integrazione già
programmate tra gennaio e febbraio alla Sata e si dice sul merito piuttosto scettico. "Il taglio della Cig a febbraio è auspicabile ma
poco probabile. Se guardiano all’andamento degli ordini di vetture a gpl e metano, non ci sono al momento segnali che vanno in direzione di un accorciamento del periodo di cassa integrazione in quanto la riduzione dei consumi di beni durevoli sta condizionando in negativo anche questo promettente segmento di mercato e chi può spendere preferisce differire l’acquisto a tempi migliori".

 

Loading