La conferma del “contenuto” e del significato dell’incontro “segreto” svoltosi in una delle dimore del Presidente del Consiglio, l’11 novembre 2008, tra il Governo, la Confindustria e alcune delle organizzazioni sindacali, si è avuto giovedì 22 gennaio scorso, con la sottoscrizione di un “ACCORDO QUADRO RIFORMA DEGLI ASSETTI CONTRATTUALI”, definito “storico”. L’oggetto della riunione era altro e le modalità con le quali è stato presentato il testo da considerare immodificabile hanno indotto saggiamente la CGIL a dire NO.
Questo fatto era nell’aria da tempo, ma si sperava che prevalesse il buonsenso e una visione reale dei problemi e delle priorità da affrontare, invece di realizzare l’intento squisitamente politico di indebolire il sindacato, dividerlo e isolare la CGIL.
A noi non pare che quanto sottoscritto accolga i punti più importanti e decisivi per la difesa dei diritti e delle condizioni dei lavoratori tutti (occupati, precari, pubblici e privati).
Il confronto sulle cifre è possibile farlo ma senza truccare i dati. Purtroppo il complessivo indebolimento della condizione reale dei lavoratori in termini di riduzione del salario, della possibilità di derogare dalle norme contrattuali nazionali (qualcuno compiacente lo si trova sempre) e della ulteriore minacciata e prevista limitazione del diritto di sciopero (ad iniziare dai servizi pubblici locali), sono alcuni elementi corposi e decisivi che si trovano in questo nuovo scellerato “patto per l’Italia” fortemente voluto, questo sì, per ragioni politiche nel senso più vero del termine.
Ma alla fine tutti dovranno fare i conti veri con la realtà effettiva, non di quella virtuale. Una regola in parte applicata a livello confederale e tra qualche categoria, ancorché prevista nella piattaforma rivendicativa approvata UNITARIAMENTE nel maggio scorso, prevede per “accordi” di tale portata, l’ineludibile necessità, -che qualifica come democratica, una qualsiasi organizzazione politica o sociale- la consultazione dei lavoratori. Senza di essa il sindacato diventerà sempre più lontano degli interessi reali e veri dei lavoratori, snaturandosi, così come altri punti dell’accordo chiaramente ne rappresentano il preludio. La consultazione dei lavoratori, i veri interessati alla questione, se si è convinti della bontà dell’accordo, non dovrebbe far paura.
La Segreteria Regionale
FILT-CGIL Basilicata
Alessandro Fundone
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