Si è tenuta regolarmente stamane la prima delle tre assemblee sindacali unitarie alla Fiat di Melfi indette dalla Rsu dello stabilimento lucano nei giorni scorsi. Il massimo organo di rappresentanza sindacale si è riunito in coincidenza con la fine del primo turno di lavoro per discutere della crisi del settore auto e delle prospettive dello stabilimento di Melfi alla luce del nuovo piano industriale del Lingotto,
ma non potevano certo restare fuori dalla porta le questioni di più stringente attualità che hanno infiammato il clima dentro e fuori l’azienda, come la vicenda dei tre lavoratori reintegrati a metà e le recenti polemiche sul contratto nazionale.
“La vera notizia – ha spiegato il segretario generale della Fim lucana, Antonio Zenga, a margine della riunione – è che siamo riusciti a convocare un’assemblea unitaria della Rsu, non della Fiom come riportato da qualche agenzia di stampa, con un ordine del giorno condiviso da tutte le sigle sindacali, applicando le regole che ci sono, senza strappi né imposizioni da parte di chi pensa di poter decidere dove, come, quando e cosa discutere senza consultare gli altri. Le assemblee unitarie si fanno se gli intenti sono unitari e se servono a discutere dei problemi concreti dei lavoratori, non a fare politica e a strumentalizzare vicende che devono trovare soluzione in sedi più appropriate”.
Nel corso della prima assemblea, iniziata verso mezzogiorno, Leonardo Burmo, della segreteria nazionale della Fim Cisl, ha ribadito che “l’accordo di Pomigliano non è automaticamente trasferibile in altri stabilimenti del gruppo Fiat, come qualcuno ha tentato di fare passare”, sottolineando che “la disdetta del contatto del 2008 non provoca conseguenze perché si applica il contratto del 2009”. Per Burmo “non ha alcun fondamento la tesi che la disdetta del contratto è funzionale all’estensione dell’accordo di Pomigliano. È in corso una discussione sulle deroghe contrattuali – ha continuato – e noi come Fim siamo disponibili a fare delle deroghe su quei punti che, nell’ambito della contrattazione integrativa, possono rafforzare gli strumenti per la difesa e l’ampliamento dei livelli occupazionali, come è già accaduto in tutta la storia della Fiat”.
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