La manovra di fine anno potrebbe costare il posto di lavoro a collaboratori ed Lsu degli enti soppressi. La Cisl chiede al governo regionale parità di trattamento tra dipendenti e precari
Sono circa 70, tra precari ed Lsu, i lavoratori che rischiano il posto a seguito dell’abrogazione delle comunità montane e della mancata istituzione delle comunità locali, così come stabilito dall’ultima manovra finanziaria regionale. A denunciarlo è il segretario confederale della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella, che chiede al governatore Vito De Filippo e all’assessore regionale al Lavoro, Rosa Mastrosimone, di “assicurare parità di trattamento tra personale dipendente e personale precario degli enti soppressi”. A parere di Gambardella “le misure di razionalizzazione in materia di governance territoriale previste dalla manovra finanziaria regionale, che hanno sancito l’accantonamento della legge regionale istitutiva delle comunità locali, riaprono il dibattito sul governo intermedio del territorio, questione che dovrà fare i conti anche con le disposizioni nazionali che obbligano all’esercizio in forma associata di alcune funzioni fondamentali dei Comuni, in particolare di quelli al di sotto dei 5 mila abitanti”.
Secondo il segretario della Cisl “la finanziaria regionale fornisce, in qualche modo, alcune assicurazioni, almeno nel breve periodo, ai lavoratori dipendenti di questi enti, ma non fornisce altrettante garanzie ai lavoratori precari e agli Lsu. In particolare, per questi ultimi permane l’incertezza sulle modalità di prosecuzione delle attività che, come è noto, vanno rinnovate di anno in anno in ragione delle valutazioni da parte del responsabile degli enti utilizzatori, in questo i commissari delle comunità montane in via di soppressione, commissari che, in quanto tali, svolgono il loro mandato con i vincoli dettati dalla natura straordinaria dell’incarico, in particolare per quanto riguarda la gestione economica”. Il rischio paventato dalla Cisl è che “questi vincoli potrebbero determinare un’interpretazione restrittiva alla possibilità di garantire anche per il 2011 l’impegno lavorativo alla platea dei precari e degli Lsu”.
“Come Cisl riteniamo a questo punto che il presidente De Filippo e l’assessore Mastrosimone debbano fornire precise indicazioni ai commissari affinché nella delicata fase di transizione sia garantita anche agli Lsu e al resto del personale precario la continuità occupazionale e il reddito. Si tratta di una preoccupazione fondata su quanto già avvenuto in alcune comunità montane nel corso del 2010 allorché alcuni commissari sospesero le attività socialmente utili nell’incertezza di poter disporre delle necessarie risorse in bilancio, pari, per quanto riguarda gli Lsu, a soli 50 euro al mese per ogni lavoratore”.
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