“La selezione del progetto esecutivo dell’attività di alta formazione nel settore auto e quella contestuale dell’ente a cui affidarne l’attuazione, che vedranno impegnata la Giunta Regionale nei prossimi giorni per consentire l’avvio operativo del Campus Fiat a Melfi, rilanciano il ruolo strategico dello stabilimento Sata ……….

nel contesto della ricerca di nuove tecnologie per nuovi assetti estetici di modelli Fiat oltre che di risparmio energetico”. A sottolinearlo in una dichiarazione congiunta sono i segretari generale regionale della Uil Basilicata Carmine Vaccaro e della Uilm Vincenzo Tortorelli evidenziando “la fase di profonda contraddizione che vive la Sata di Melfi per effetto, da un lato, del nuovo fermo produttivo annunciato per il 7 e l’8 febbraio prossimi e dall’altro per i programmi di valorizzazione della ricerca e gestione dell’innovazione finalizzati a produrre di più e meglio, nel senso di rispondere alle nuove richieste e tendenze dei mercati interno ed esteri per autoveicoli in grado soprattutto di ridurre i consumi. Il Progetto Fabbrica Italia nella sua globalità è perciò ancora più attuale ed importante a Melfi perché se dovesse essere messo in discussione – dicono Vaccaro e Tortorelli – salterebbe ogni programma del Campus Tecnologico o nella più ottimistica delle ipotesi sarebbe destinato ad un drastico ridimensionamento, magari limitandosi a studiare nuovi pezzi per l’auto. I 20 laureati e i 10 diplomati che saranno ammessi alla partecipazione delle attività di alta formazione del Campus invece sono più di una speranza per recuperare il tempo perduto dal management Fiat nel settore della ricerca e quindi della produzione di nuovi modelli, a cominciare dal secondo modello da realizzare a Melfi. Del resto i quattro laboratori previsti a San Nicola di Melfi (assemblaggio, qualità, modellismo e ambiente) sono altrettanti percorsi da seguire per costruire auto moderne, di consumo energetico ridotto e attraverso processi industriali improntati all’eco-sostenibilità. In questo contesto – affermano i segretari Uil e Uilm – sarebbe sbagliato leggere le dichiarazioni dell’a.d. Fiat Marchionne solo in chiave interna, come una sfida al sindacato. Noi l’abbiamo detto fin dall’inizio: accettiamo la sfida di Marchionne. Perché l’accordo per Mirafiori vuol dire ottenere la certezza degli investimenti, cioè fare gli interessi dei lavoratori. E’ questo il compito e il dovere di un sindacato serio, che non cede diritti ma cerca di garantire la prospettiva di un futuro migliore. E’ sin troppo ovvio che se gli investimenti Fiat fossero dirottati all’estero anche la ricerca andrebbe all’estero”.

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