“I dati sulle immatricolazioni a luglio, che ci riportano indietro di 28 anni, con il caIo di vendite per la Fiat quasi del 9 per cento, non possono che preoccuparci per le sorti degli stabilimenti Fiat nel Paese e al tempo stesso rafforzano la nostra convinzione che solo la velocizzazione dell’intero programma Fabbrica Italia può contribuire ad uscire dalla più difficile fase che la storia del’industria automobilistica abbia conosciuto in Italia e nel mondo”. E’ il commento del segretario provinciale della UILM di Potenza Vincenzo Tortorelli.

“Non c’è dubbio che la crisi sommata all’impennata di costi del carburante, assicurazione, fiscalità vecchia e nuova scoraggino nell’acquisto di una nuova autovettura ma – aggiunge – il nostro pensiero in questo momento è rivolto prioritariamente a cosa fare per scongiurare ulteriore ricorso alla cassa integrazione. Per questo riteniamo che il gruppo guidato da Sergio Marchionne e John Elkann debba mostrare coraggio e dare un segno tangibile che il programma di investimenti per nuovi modelli e l’adeguamento degli stabilimenti, tra i quali quello di Melfi, non può più perdere altro tempo prezioso. Del resto le vicende giudiziarie delle scorse settimane con i pronunciamenti di magistrati del lavoro hanno spazzato il campo da ogni pericolo ristabilendo le condizioni fondamentali per gli investimenti. Con gli accordi nel gruppo Fiat di Pomigliano, Mirafiori, Grugliasco abbiamo infatti – precisa Tortorelli – difeso il lavoro in Italia ed abbiamo creato il precedente perché altri grandi gruppi industriali investano sul territorio nazionale. Anche la Magistratura del lavoro ha dovuto pronunciarsi, sollecitata da un’altra parte del sindacato che da tempo ha perso la rotta del proprio agire. Ebbene, il Tribunale del lavoro il 16 luglio ha riconosciuto la liceità dell’accordo sindacale e le buone ragioni della UILM che si era costituita in giudizio con una memoria difensiva a favore dell’intesa per lo stabilimento produttivo della Fiat in provincia di Napoli. Non è pensabile però che la ripresa delle vendite possa avvenire senza nuovi modelli e senza raccogliere la sfida della competitività dei mercati. Sono certo – conclude Tortorelli – che ci attende un autunno ancora più complicato e difficile e che, da sindacato autenticamente riformista, dovremo assumerci ulteriori responsabilità”.

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