Il segretario della Cisl lancia l’allarme sugli effetti della stretta fiscale che sta colpendo i ceti meno abbienti. Se non si inverte il trend si rischia una spirale depressiva stile anni ’30 “Se non si interviene rapidamente con misure di sostegno al reddito delle famiglie, si rischia di scivolare dalla recessione alla depressione”.
A lanciare l’allarme è il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, che si dice “estremamente preoccupato dai dati contenuti nell’ultimo rapporto Istat sui consumi delle famiglie”. Per il segretario della Cisl “il fatto che le famiglie siano state costrette a ridurre anche la spesa per i beni di prima necessità come alimentari e abbigliamento conferma che la crisi economica che imperversa dal 2008 si è già trasformata in crisi sociale a tutti gli effetti”.
“La Cisl ha sostenuto in tempi non sospetti, quando la contrazione dei consumi stava interessando prevalentemente i beni durevoli come auto ed elettrodomestici, che fosse necessaria una politica di sostegno alla domanda nella consapevolezza che se i consumi ristagnano o addirittura diminuiscono la ripresa economica diventa una chimera. Le recenti manovre di aggiustamento della finanza pubblica, non ultima la spending review – prosegue Falotico – non potevano che determinare un’ulteriore spinta recessiva, col risultato di aver costretto le famiglie a rivedere il proprio tenore di vita e le proprie abitudini di consumo anche per quanto riguarda i beni primari”.
Secondo Falotico “in questa fase della congiuntura una politica che intervenga solo sui fattori di offerta, pur se necessaria, non è sufficiente a rimettere in moto l’economia, come dimostra il generale aggravamento del quadro macroeconomico di questi ultimi mesi e le proiezioni negativi formulate dai principali osservatori economici. Al contrario occorre una spinta propulsiva sui consumi privati liberando il reddito delle famiglie dal giogo di una pressione fiscale diventata ormai insostenibile e aggravata dall’incremento delle tasse locali e delle tariffe dei servizi pubblici. L’ulteriore inasprimento fiscale voluto dal governo dei tecnici sta di fatto danneggiando i soliti noti che pagano le tasse fino all’ultimo centesimo con le trattenute in busta paga e rischia di allargare lo squilibrio nella distribuzione del reddito, già assai rilevante, in favore dei ceti più abbienti, i cui patrimoni milionari sono scampati alla scure fiscale”.
Per il segretario della Cisl lucana “se non si inverte questa politica di redistribuzione alla rovescia, che toglie ai poveri per dare ai ricchi, lo stato di salute della nostra economia non potrà che peggiorare, allontanando ogni prospettiva di ripresa e facendo avvitare il paese in una pericolosa spirale depressiva stile anni ’30”.
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