Prospettive e crescita dell’ “avio-turismo” in una terra che deve ancora spiccare il volo.
La storia del Centro polivalente “Icaro” al Pantano di Pignola e il racconto di un giovane imprenditore che ha scelto di restare e investire in Basilicata.

Prospettive e crescita dell’ “avio-turismo” in una terra che deve ancora spiccare il volo.

In un tempo incui tanti giovani lucani cercano oppor t uni tà altrove, c’è chi ha deciso di restare e  scommettere sul proprio territorio. È la storia del Centro Icaro, una realtà che da oltre trent’anni si sviluppa nel cuore della Basilicata, nei pressi del Pantano di Pignola, ai piedi del Monte Pierfaone; nata come aviosuperficie
è da tempo divenuta un centro multifunzionale con piscine, impianti sportivi, sale eventi, area giochi e uno sguardo sempre più rivolto al turismo sostenibile,
dal cicloturismo al l ’avioturismo.

Il titolare, Carlo Mancino, giovane imprenditore che ha raccolto il testimone dal padre Luigi (decano locale

dei piloti di velivoli), racconta il percorso di crescita di un turismo possibile, della struttura che dirige, ma anche
delle difficoltà legate alla burocrazia, le potenzialità del territorio e la sfidaculturale e imprenditoriale – di costruire futuro in
una terra ancora pocovalorizzata, ma riccadi bellezze naturali,accoglienza autentica erisorse da esplorare.
Una realtà, questa diIcaro, che esiste datrent’anni.

In un tempo in cui tanti giovani,  lucani cercano opportunità altrove, c’è chi ha deciso di restare e scommettere sul propriom territorio. È la storia del Centro Icaro, una realtà che da oltre trent’anni si sviluppa nel cuore dellamBasilicata, nei pressi del Pantano di Pignola, ai piedi del Monte Pierfaone;
nata come aviosuperficie
è da tempo divenuta uncentro multifunzionalecon piscine, impianti sportivi, sale eventi, area giochi e uno sguardo 
sempre più rivolto al turismo sostenibile, dal cicloturismo al l ’avioturismo.
Il titolare, Carlo Mancino, giovane imprenditore che ha raccolto il testimone dal padre Luigi (decano locale dei piloti di velivoli), racconta il percorso di crescita di un turismo possibile, della struttura
che dirige, ma anche delle difficoltà legate allamburocrazia, le potenzialità del territorio e la sfida culturale e imprenditoriale – di costruire futuro in una terra ancora poco
valorizzata, ma ricca di bellezze naturali, accoglienza autentica e risorse da esplorare. Una realtà, questa di Icaro, che esiste da trent’anni.
Mio padre ha iniziato nel lontano 1991 con l’aviosuperficie, poi nel 1998 sono nati i campetti (per calcio a cinque, tennis e pallavolo), e nel 2002 abbiamo ultimato la struttura con piscina e sale eventi, quest’ultime aperte tutto l’anno. E poi, naturalmente, abbiamo un ampio parco, dove poter spaziare e poter portare i bambini, con l’area giochi, i giochi gonfiabili.
Si tratta di un centro polivalente. Qui siamo ai piedi del Monte Pierfaone, è una zona che offre  l’opportunità di tanti itinerari diversi, dal punto di vista del cicloturismo.
Sì, abbiamo una bella realtà di cicloturismo qui vicino, intorno al lagomPantano, che offre un ampio paesaggio -molto bello da sfruttare con le biciclette- per chiunque
voglia visitare il nostro parco e i dintorni del centro Icaro, sia su e-bike sia su biciclette classiche.
L’e-bike cosa ha dato in più a questo tipo di turismo, secondo lei?
Ancora non moltissimo, ma può davvero dare tanto. Noi qui abbiamo anche delle stazioni di ricarica, di cui può usufruire chiunque, passando qui dal centro. E per i   
nostri clienti la carica è completamente gratuita; anche per le mini-car elettriche, sempre più usate dai ragazzi per venire in piscina.

Tra l’altro siamo a poca distanza anche dall’anello del Vulture, che è in pratica un itinerario di posti molto belli e suggestivi.
Cos’è che, secondo lei, caratterizza la zona in cui ci troviamo? Cosa andrebbe valorizzato?
Questa è una zona molto ricca, specialmente dal punto di vista paesaggistico, e offre un’ottima acqua, che poi è quella sorgiva di Fossa Cupa: la utilizziamo anche noi all’interno della nostra struttura, sia per quanto riguarda la piscina, sia per l’uso alimentare.
Sgorga direttamente nei nostri terreni e abbiamo una concessione regionale per l’utilizzo delle acque sotterranee.
E poi la zona offre dei paesaggi mozzafiato, assolutamente.

Bisogna valorizzarli, perché abbiamo tanto, abbiamo dei laghetti fantastici, che andrebbero sfruttati al massimo.
Ci troviamo a pochi chilometri da Potenza: in quanto operatore anchemturistico, le chiedo:
cosa si potrebbe fare in più per valorizzare questo territorio, anche dal punto di vista dei collegamenti?
Come Centro Icaro, noi stiamo già facendo più di qualcosa, perché grazie anche al sindaco di Pignola, De Luca, e alle FAL, abbiamo messo su un collegamento diretto
tutti i giorni, da lunedì al sabato, che porta da Potenza (con tutte le varie fermate) fino alle Piscine di Icaro. Sia all’andata sia al ritorno. Più in generale, sicuramente si può collegare ancora meglio e bisogna valorizzare, perché noi abbiamo molto qui nel territorio, nel parco protetto, ma non sempre questo patrimonio è valorizzato come merita, e dobbiamo migliorare soprattutto dal punto di vista della comunicazione.
Bisogna saper raccontare tutte le bellezze del parco a chiunque, specie al di fuori di questa zona, in maniera più precisa. Va inoltre bonificata l’area, il lago del Pantano, e poi occorrerà offrire, -come accade un po’ in tutte le grandi città e le grandi realtà- un punto ristoro e anche delle attrazioni, dei pedalò, delle piccole attrazioni per le famiglie.Lei dice che c’è bisogno di “comunicare meglio”.  
La gente non conosce bene queste zone? Fino a Potenza forse, ma già poco più lontano dalla Città, diciamo che diventa una zona del tutto sconosciuta.
Se lei fosse “assessore per un giorno”?
Sicuramente, in questa zona, come accennavo, valorizzerei soprattutto i laghetti da cui siamo circondati e creerei dei percorsi da attraversare sia a piedi sia con le e-bike
e sicuramente investirei anche su, a Sellata, perché abbiamo delle ottime possibilità, ma non le sfruttiamo al massimo.
Utilissimo sarebbe anche un collegamento -sul genere di quello fatto a Castelmezzano-tra Sellata, Pierfaone, a scendere giù fino a Pignola.

Con dei percorsi turistici per i potenziali visitatori.
Lei è un giovane cheha ereditato una realtà già esistente, ma adesso ha la responsabilità di portarla avanti.

Quali sono le difficoltà che oggi può incontrare un imprenditore come lei?
Sto notando qualche difficoltà sicuramente nella burocrazia; nel voler fare qualcosina in più si va incontro a processi lunghissimi, e qui ci sarebbe sicuramente da migliorare.
Questo centro nasce come aviosuperficie e pertanto qui parliamo anche di un tipo di turismo particolare, quello legato ai velivoli che atterrano da queste parti, che può diventare, una realtà ancora più forte.

Stiamo infatti cercando di dare vita a dei bungalow attrezzati a lato pista che permettano il “posto” per l’aereo proprio di fianco, e quindi ognuno può atterrare presso il
nostro campo di volo e “parcheggiare” il velivolo vicino a questi alloggi, per poi poter usufruire della struttura  al completo. In questi alloggi, inoltre, abbiamo
pensato di mettere sauna, idromassaggio: tutto il necessario a disposizione dell’avioturismo e delle esigenze di queste persone che arriveranno in Basilicata. 

L’altro giorno sono atterrati due austriaci con il loro ultraleggero, sono venuti due siciliani, due da Roma…qui atterrano da varie parti d’Italia e anche dall’estero. L’avioturismo qui avrà un futuro. Qual è la prima cosa che le dicono, quando arrivano?
Rimangono stupiti per il paesaggio e poi per il fatto di avere a disposizione un campo di volo, composto non solo da una pista (come spesso accade), ma completo anche di piscina e di servizio ristoro.
Rimangono tutti colpiti in modo positivo dalla location e c’è qualcuno che ritorna ogni volta, ci sono dei ospiti che vengono da Grottaglie che vengono tutti gli
anni, anche per una sola giornata, magari;
arrivano la mattina col loro velivolo, trascorrono del tempo qui e poi verso le 18 rientrano.
Senta, quando legge di tanti lucani, più giovani, ma anche più grandi di lei, che “volano via”  dalla Basilicata, qual è il suo pensiero come imprenditore?
Sicuramente non è facile restare, e diciamo pure che programmare il futuro in questa terra è difficile, però con impegno, dedizione, idee, si può creare tanto, si può fare
tanto, perché la nostra è una terra che può offrire moltissimo. Io ho avuto la fortuna di portare avanti un discorso iniziato da mio padre, ma ugualmente non è facile, perché sicuramente la giornata a livello lavorativo la impiego quasi al “cento per cento”. Il mio consiglio però è quello di non scappare via, specie se non si è ancora
sicuri; bisogna provare a restare, magari imparare i mestieri e sviluppare il, proprio futuro all’interno di questa terra. Offre tante possibilità, però bisogna saperle -come
dire- coglierle. Chiudiamo con un invito ai turisti a “volare” qui in Basilicata.
Consiglio a chiunque, non solo dall’Italia, ma anche da tutta Europa e da tutto il mondo, di venire a visitare la Basilicata, perché offre dei paesaggi mozzafiato,
c’è gente calorosa, si mangia ottimo cibo e c’è un’ottima accoglienza. 

 di Walter De Stradis
https://youtu.be/S5rV-pBCg6s

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